Cani, meno abbandoni ma aumentano le rinunce di proprietà
Prima si legava il proprio fido ad un palo dell’autostrada per andare in vacanza, adesso lo si lascia in un canile
«Non abbandonarlo. Lui si fida di te». «Non c’è peccato più vergognoso dell’ingannare chi crede in te» «Portami con te al mare». Nonostante queste diffuse campagne di sensibilizzazione contro l’abbandono dei cani, in estate non demordono i casi segnalati sul nostro territorio. Si sta facendo strada un nuovo fenomeno: «la rinuncia di proprietà», cioè il padrone lascia il cane nel canile e parte in vacanza. Insomma, è cambiato il metodo ma non la sostanza: prima si legava il proprio amico a quattro zampe ad un palo dell’autostrada per andare in vacanza, adesso lo si lascia in un canile giusto per evitare una multa, trovargli un posto da non farlo morir di fame ed avere la coscienza pulita.
Cani, meno abbandoni ma aumentano le rinunce di proprietà
Ma, alla fine, sempre abbandono è, con la sola differenza che si è trovata per lui una sistemazione.
«Il randagismo - dicono dal canile di Saluggia - nella nostra zona esiste ancora ma in misura limitata e l’abbandono estivo è comunque un fenomeno contenuto. E’ stata l’introduzione del microchip ad arginare il problema. Ad oggi il vero disagio per i canili ed i rifugi sono le rinunce di proprietà. A volte ci sono motivazioni gravi, indipendenti dalla volontà del proprietario, casi di morte senza eredi che vogliono occuparsi del cane, ricoveri in strutture per anzianità o malattie, gravi problemi di disagio sociale ed economico. A volte, purtroppo, a determinare la decisione di non volersi più occupare del proprio cane sono scuse accampate solo per nascondere la triste verità di essersi stufati di accudire una povera creatura scelta in modo poco responsabile. Per questa ragione le strutture sono in stato di sovraffollamento, e il più delle volte è una vera emergenza. Dopo un periodo di aiuto nei canili o nei rifugi, alcuni cani hanno la speranza di essere riaffidati a famiglie serie, ma invece quelli che non troveranno una famiglia? Spesso con molta tristezza e frustrazione ci si chiede che fine faranno».
Non diverso il parere della Presidente del canile comunale di Chivasso, Clelia Bonelli.
«E’ enorme la richiesta di rinunce di proprietà, giungono quasi tutti i giorni, mentre sono diminuite le domande di adozione - riferisce Clelia - La situazione economica non è favorevole, molte famiglie non riescono più a sostenere le spese quando i loro cani si ammalano, decidono allora di portarli al canile. Il canile è pieno, teniamo trenta cani ed il lavoro non si ferma mai, neppure a Ferragosto. La situazione è ancor più tragica per i gatti: le cucciolate di gattini abbandonati sono all’ordine del giorno».
Uguale è il commento di Stefania Vescio del canile di Crescentino che riferisce: «Ogni giorno riceviamo telefonate per la rinuncia di proprietà. Generalmente sono cani di taglia grande, maschi, in età adolescenziale. Questo significa che si tratta di cani che sono stati regalati quando erano cuccioli, ma poi quando crescono vengono abbandonati dopo pochi mesi, di solito a Ferragosto, per andare in vacanza. Ma, i cani per tutta la loro vita hanno bisogno di una casa, di una famiglia e di amore, e non soltanto per un periodo dell’anno. Quando i padroni ce li portano, trovano le scuse più fantasiose, quella più diffusa è il trasferimento all’Estero».
Non esita a denunciare la situazione Luciano Sardino responsabile del canile di Caluso: «Gli abbandoni d’estate sono meno degli anni passati ma aumentano le rinunce di proprietà. Il canile è sovraccarico anche per gli abbandoni delle cucciolate. Ci vorrebbe una maggior attenzione da parte dei proprietari, una migliore educazione e cultura di rispetto dell’animale. Occorre promuovere campagne di sensibilizzazione per attenuare il fenomeno, investendo nel controllo della riproduzione con la sterilizzazione. Un esempio è l’Olanda: è riuscita ad eliminare il randagismo con l’obbligo della sterilizzazione, effettuata gratuitamente nelle cliniche private».