CALUSO

Canile al collasso

Al via una raccolta fondi

Canile al collasso
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Il canile di Caluso, che ha sede in Regione San Defendente (strada per Foglizzo), è sovraffollato e ovviamente in sofferenza, la situazione si è aggravata pochi giorni fa in conseguenza a un evento inaspettato e di non facile gestione.

Canile al collasso

«Sono stata allertata la settimana scorsa dai sindaci dei Comuni di Favria Settimio Vittorio Bellone Cappuccio e di Cuorgnè Giovanna Cresto della presenza di un ingente numero di cani in un’abitazione di Pont Canavese – dichiara il sindaco Maria Rosa Cena – in pratica settanta cani erano costretti a vivere in due stanze all’interno di una casa privata, ovviamente in condizioni indescrivibili. Ovviamente tutti i settanta cani sono stati sequestrati, quarantaquattro sono stati ospitati dal canile di Caluso e gli altri da quello che ha sede a Barbania. Inutile dire che il canile di Caluso è in sofferenza e in serie difficoltà nel gestire un numero così elevato di presenze canine aggiunte, difficoltà sia dal punto di vista economico che da quello logistico. Proprio nei giorni scorsi Luciano Sardino che gestisce il canile dal 1995, il canile esiste dal 1991, mi ha comunicato le dimissioni di uno dei pochi dipendenti, i volontari, molto meritevoli, fanno tutto quello che possono, ma non riescono di certo a sopperire a tutte le necessità che un’emergenza simile comporta».

Una raccolta fondi

I Comuni che usufruiscono del Canile di Caluso e Rivarolo, la gestione infatti è congiunta, sono oltre cento in quanto la territorialità della struttura è la stessa della ASL di competenza. Che cosa si intende fare per fronteggiare questa emergenza? «Come Comuni attiveremo una raccolta fondi – risponde il sindaco Cena – ce ne stiamo occupando in questi giorni, ma stiamo ancora valutando modalità e tempistiche operative. Sicuramente, non appena avremo disposizioni in merito, ne daremo pubblicazione sui canali di informazione a nostra disposizione». Il permanere della sofferenza economica del canile ha motivazioni ben precise, radicate nel tempo. «Gestisco il canile dal 1995, il canile esiste dal 1991 – aveva già dichiarato Luciano Sardino – mi occupo a tempo pieno di questa struttura e dei suoi ospiti, che a oggi sono circa 4500, qui a Caluso abbiamo anche un’area nuova e poi mi occupo anche del Canile di Rivarolo, che è più piccolo, ma richiede comunque impegno e forza lavoro. I dipendenti sono sottorganico, per fortuna c’è un buon gruppo di volontari che però non sostituiscono in toto i dipendenti, nel senso che certe mansioni quotidiane non spettano a loro. I nostri ospiti sono vaccinati, monitorati, controllati dai veterinari dell’ASL, tutto è in regola. È vero che l’abbandono è diminuito e i cani che vengono recuperati hanno quasi tutti il microchip per il riconoscimento, ma è altrettanto vero che c’è una crescita iperbolica di cani padronali da inserire, le richieste di inserimento sono tantissime e non possiamo di certo soddisfarle tutte. È assolutamente necessario che nascano meno cuccioli, occorre puntare sulla prevenzione, sulla sensibilizzazione alla sterilizzazione e al rispetto, ecco, credo che questo sia un passo importante da compiere sia nei confronti delle persone che si occupano degli animali abbandonati, sia degli animali stessi. Basta cuccioli! La sterilizzazione non può essere imposta, ma dobbiamo sensibilizzare le persone a ridurre le cucciolate».

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