La polemica

Carnevale, scure sull’edizione 2026. Confermato solo Carnevalone

Congelata la corte a causa della rottura tra Comune e Agricola: Isabella Caruso e Enzo Falbo tornano a vestire i panni di Tolera e Abbà

Carnevale, scure sull’edizione 2026. Confermato solo Carnevalone

Il «Miracolo di Natale», purtroppo, quest’anno non c’è stato.
Il celebre Carnevale Storico di Chivasso, la cui fama ha superato i confini regionali, è stato clamorosamente ridimensionato. La causa? La frattura, ormai insanabile, tra l’associazione Agricola e l’Amministrazione Comunale di Chivasso. Il risultato è un Carnevale dimezzato: la manifestazione ruota solo attorno alla sfilata dei carri allegorici durante il Carnevalone. Tutto il ricco corollario di eventi, che da sempre caratterizza la kermesse, è stato annullato.

Carnevale, scure sull’edizione 2026. Confermato solo Carnevalone

Vediamo gli sviluppi della settimana scorsa. Martedì 2 l’amministrazione ha incontrato i vertici di Palazzo Rubatto (sede dell’Agricola). L’auspicio, come avevamo già anticipato, era che si potessero superare le incomprensioni per salvare una delle feste più importanti della città. E invece, la speranza è stata disattesa.
Il sindaco Claudio Castello è andato avanti per la sua strada, negando il contributo economico che da sempre l’Amministrazione concede all’organizzazione. Interrogato sul motivo di questa decisione drastica, il primo cittadino ha risposto laconico: «Non ci sono le condizioni». E quando gli abbiamo chiesto quali fossero queste condizioni, ha glissato: «Noi abbiamo ben chiara la situazione. Siamo sicuri della nostra decisione». L’Amministrazione sembra avere le idee chiare, ma vale la pena ricordare che Palazzo Santa Chiara non è la casa privata di lor signori, ma di tutta la città, che ora rischia di rimanere orfana del suo Carnevale Storico.

Salvato solo il Carnevalone

La manifestazione si salva solo grazie alla Pro Loco, guidata da Davide Chiolerio, che per rispetto della città e della tradizione ha deciso di mantenere la sfilata dei carri, nonostante le crescenti difficoltà relative ai costi.
Chiolerio, da noi interpellato, ha spiegato di essersi visto costretto a congelare la Corte del 2026, già completa di Abbà e Tolera, proprio perché ha dovuto cancellare tutti gli eventi collaterali: l’Investitura dell’Abbà, l’Incoronazione della Tolera e le sfilate del Martedì Grasso e della domenica. Per garantire la tradizione è stato chiesto ai due apprezzati personaggi uscenti, Enzo Falbo, Abbà, e Isabella Caruso, Tolera, di indossare nuovamente per quest’anno i panni dei personaggi storici. E loro, fortunatamente, non si sono tirati indietro.

L’impegno dei personaggi

Enzo e Isabella, che si sono rivelati due grandi Abbà e Tolera, conquistando la città con semplicità e allegria, hanno accettato per senso di responsabilità.
Li abbiamo raggiunti telefonicamente per un commento. Isabella ha dichiarato: «Come un anno fa, abbiamo ricevuto nuovamente la chiamata da parte de L’Agricola e siamo stati felici di accettare con lo stesso sorriso. Tornare a essere le figure del Carnevale è un modo per ribadire le premesse che ci hanno portato a questa scelta lo scorso anno: un Carnevale vicino alle persone, non distaccato dalla gente, che possa coinvolgere tutti. Cercheremo di fare lo stesso e magari qualcosa in più. È vero che in parte sarà un Carnevale ridotto, ma le tradizioni principali non mancheranno. Vogliamo portare piccole novità e far vivere un’esperienza carnevalesca con lo stesso sorriso che abbiamo trovato per le vie della città».

Enzo Falbo ha aggiunto: «Faremo in modo di creare un Carnevale nuovo, diverso e vicino alla gente. Potevamo tranquillamente lasciare la vecchia edizione, però, in questo momento di difficoltà per l’Agricola, non potevamo non accettare per riconoscenza. L’Agricola ci ha dato una grande possibilità che ci ha fatto divertire, conoscere tanta gente ed emozionare. Sarà un work in progress per creare un Carnevale diverso».

L’Agricola, per correttezza d’informazione, fa sapere che il Comune parteciperà all’organizzazione mettendo a disposizione il suolo pubblico, le bande e i locali per i cambi d’abito, confermando l’assenza di un contributo diretto all’associazione.
Certo, il 6 gennaio sarà triste svegliarsi senza bande, pifferi e, soprattutto, senza il «Cimpa Tolera» che dà il via al Carnevale.