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Casa della Salute: la Regione finanzia Chivasso, Crescentino e Caluso

Le opere finanziate dal PNRR e da altri fondi.

Casa della Salute: la Regione finanzia Chivasso, Crescentino e Caluso
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La Giunta regionale ha approvato il piano di potenziamento del sistema sanitario attraverso le risorse del Piano nazionale di ripresa e resilienza (Pnrr) e altri finanziamenti.

Investimenti nel Torinese

Per Torino e la sua Area Metropolitana l’investimento complessivo è di oltre 205 milioni di euro, che serviranno per 48 Case di comunità (per un totale di 72 milioni di euro), 15 Ospedali di comunità (37,5 milioni di euro) e 23 Centrali operative territoriali (per un totale di 2,3 milioni di euro), a cui si aggiungono per l’ammodernamento tecnologico circa 37 milioni e altri 57 milioni per l’adeguamento sismico ( dettaglio nella tabella allegata ).

Al di fuori del piano, verranno anche riservati mille metri quadrati per una Casa di comunità all’interno del Maria Adelaide di Torino, dove l’Ente regionale per il diritto allo studio universitario del Piemonte (Edisu) e i competenti assessorati stanno mettendo a punto un progetto per la realizzazione di uno Studentato.

A Crescentino anche l'ospedale di comunità

Fanno parte del piano che ricade nella competenza dell’Asl To4 anche la casa e l’ospedale di comunità di Crescentino nel Vercellese e in quella dell’Asl To5 la casa di comunità di Castelnuovo don Bosco nell’Astigiano.

Nello specifico degli investimenti, proprio per rendere il più possibile diffusa la rete delle nuove strutture di prossimità, la Regione ha rimediato ai tagli operati dal Governo centrale trovando risorse alternative per finanziare la realizzazione delle 5 Case di comunità rimaste escluse dal Pnrr (2 a Torino in via Pellico e via Ferinelli, 1 a Oulx, 1 a Crescentino e 1 a Carignano).

Casa della Salute anche a Chivasso e Caluso

Nell'elenco reso noto dalla Regione, per quanto concerne l'Asl To4 ci sono anche le Case della Salute di Chivasso e Caluso oltre a quelle di Cirié, Lanzo, Rivarolo, Castellamonte, Ivrea, Settimo Torinese, San Mauro e Leini.

La medicina territoriale

«Oggi nasce la medicina territoriale in Piemonte - sottolinea il presidente della Regione Alberto Cirio -. La pandemia ha dimostrato la grave mancanza di un sistema ramificato in grado di curare i cittadini a casa propria o attraverso servizi di prossimità. Con questo enorme investimento di oltre 205 milioni di euro per Torino e la sua Area Metropolitana, ma che supera 430 milioni per tutto il Piemonte, lo potremo finalmente fare. In alcuni casi le risorse serviranno per potenziare strutture già esistenti e in altri casi per riaprirle o realizzarle ex novo. È un momento storico, perché dal 2014 i posti letto del servizio sanitario in Piemonte hanno sempre subito tagli e riduzioni, mentre oggi per la prima volta torniamo a incrementarli attivandone mille in più. Nelle prossime settimane condivideremo questa proposta con il Consiglio regionale e con i territori per arrivare al più presto all’approvazione finale del Piano e renderlo immediatamente operativo».

«Si tratta di un investimento – osserva l’assessore alla Sanità Luigi Genesio Icardi – che va a rafforzare in modo significativo l’assistenza sanitaria di prossimità, attraverso strutture intermedie come Case e Ospedali di comunità, oltre che Centrali operative territoriali, con l’obiettivo di promuovere un nuovo modello di presa in carico del paziente che garantisca il migliore rapporto di continuità assistenziale nel percorso di cura tra ospedale e territorio e viceversa».

Approvato il piano definitivo

L’obiettivo è di giungere all’approvazione definitiva del Piano entro la fine di febbraio.

«Dopo anni di tagli, la Regione torna a investire sul nostro territorio - sottolineano gli assessori regionali torinesi Maurizio Marrone, Fabrizio Ricca e Andrea Tronzano -. Veniamo da due anni di pandemia che hanno messo in evidenza le conseguenze di decenni di tagli subiti dalla sanità della nostra provincia. Oggi invece gettiamo concretamente le basi per offrire ai cittadini torinesi le migliori cure, non solo in ospedale ma anche a casa propria, dando vita a una vera medicina di territorio»

Le Case di Comunità sono strutture in cui opera un’équipe multiprofessionale di medici di famiglia, medici specialistici, infermieri di comunità, altri professionisti della salute e che può ospitare anche assistenti sociali.

L’Ospedale di Comunità è una struttura della rete territoriale a ricovero breve, destinata a pazienti che necessitano interventi sanitari a bassa intensità clinica, intermedia tra la rete territoriale e l’ospedale (di norma dotata da 20 a massimo 40 posti letto).

La Centrale Operativa Territoriale è uno strumento organizzativo che svolge una funzione di coordinamento della presa in carico del cittadino/paziente e di raccordo tra servizi e soggetti coinvolti nel processo assistenziale nei diversi setting assistenziali: attività territoriali, sanitarie e sociosanitarie, ospedaliere e della rete di emergenza-urgenza.

«È importante che l’opportunità della riorganizzazione della Sanità sul territorio venga colta al meglio delle possibilità – continua Icardi -chiudendo il cerchio con i nuovi investimenti che abbiamo già messo in campo per la costruzione dei sei nuovi ospedali del Piemonte a Torino, Ivrea, Vercelli, Savigliano, Alessandria e Cuneo, insieme al cantiere già avviato del Parco della Salute e della Scienza di Torino».

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