le reazioni

Caso Ramelli, «Le affermazioni di Borasio sono frutto di totale e volgare ignoranza»

Guido Giraudo, autore del libro che ripercorre l’accaduto, smentisce la versione dei fatti fatta dall’ex sindaco

Caso Ramelli,  «Le affermazioni di Borasio sono frutto di totale e volgare ignoranza»
Pubblicato:

Guido Giraudo autore del libro «Sergio Ramelli, una storia che fa ancora paura», dopo le dichiarazioni dell’ex sindaco Luigi Borasio sulla scelta dell’Amministrazione comunale Giachello di accogliere la richiesta di intitolare il parco giochi di frazione Arborea di Verolengo alla memoria di Sergio Ramelli, prende la parola oltre a valutare, insieme alla famiglia di Ramelli, le azioni da intraprende nei confronti del primo.

«Le affermazioni di Borasio sono frutto di totale e volgare ignoranza»

«Luigi Borasio afferma “...Sergio Ramelli ucciso durante scontri tra teste calde di destra e di sinistra. Faceva parte di un gruppo di neofascisti extraparlamentari avvezzi alla lotta fisica. È solo un caso se è stato ucciso anziché essere l’assassino”.
Tali affermazioni sono frutto di totale e volgare ignoranza, oltre che di palese malafede. - comincia così Giraudo - Anche un ragazzino delle medie prima di scrivere aberrazioni di codesta portata avrebbe compiuto lo sforzo di informarsi, magari anche solo su Wikipedia, scoprendo che Sergio Ramelli non fu ucciso durante scontri, ma a seguito di un vile agguato, in otto contro uno, sotto casa sua, ripetutamente colpito al capo con chiavi inglesi, morendo dopo 47 giorni di agonia.
Sergio Ramelli non faceva parte di un “gruppo di neofascisti extraparlamentari” ma dell’organizzazione giovanile (Fronte della Gioventù) di un partito democraticamente riconosciuto e rappresentato in Parlamento (Movimento Sociale Italiano).
Sergio Ramelli non era “avvezzo alla lotta fisica”, a meno che si consideri tale l’aver subito decine di aggressioni a scuola e nei pressi della sua abitazione.
Sergio Ramelli non compì mai alcuna azione violenta o illegale, lo accertarono senza ombra di dubbio i magistrati che svolsero le indagini e lo confermarono i giudici del Tribunale.
Stante queste inappellabili verità, riportate anche in diversi libri di recente pubblicazione e scritti da autori di differenti estrazioni politiche, le menzognere affermazioni di Borasio appaiono particolarmente gravi e pericolose, perché dettate da un eccezionale livore ideologico che supera ogni limite di vergogna arrivando a configurarsi come autentico incitamento all’odio».