TORRAZZA PIEMONTE

Cella 9, per l’ampliamento la società ha presentato ricorso al Consiglio di Stato

Per rifiuti pericolosi e non pericolosi.

Cella 9, per l’ampliamento la società ha presentato ricorso al Consiglio di Stato
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Discarica La Torrazza. Ancora una volta torna agli onori della cronaca il tanto discusso progetto per l’ampliamento della cella 9 per rifiuti pericolosi e non pericolosi dell’impianto in località Fornace Nigra, quella che sorge un solo chilometro dal Comune di Torrazza e che confina con il territorio di Verolengo.

Cella 9, una lunga storia

Discarica La Torrazza. Ancora una volta torna agli onori della cronaca il tanto discusso progetto per l’ampliamento della cella 9 per rifiuti pericolosi e non pericolosi dell’impianto in località Fornace Nigra, quella che sorge un solo chilometro dal Comune di Torrazza e che confina con il territorio di Verolengo. Una discarica nata negli Anni 80 che conta sette celle chiuse e la otto ancora in attività. Una discarica che negli anni ha fatto molto discutere, ha visto ambientalisti e non solo scendere in piazza nonché assemblee, numerose volte il suo futuro è stato tema di discussione affrontato in Comune a Torrazza ma anche nell’ex Palazzo della Provincia e nelle sale della Città Metropolitana. Una discarica per la quale nel 2017, più precisamente nell’aprile, era stato presentato un progetto di ampliamento e ricomposizione paesaggistica mediante la realizzazione della cella nove per rifiuti pericolosi e non pericolosi da parte della società La Torrazza. Un progetto che ha visto sin da subito la Giunta comunale guidata dal sindaco Massimo Rozzino contraria tant’è che aveva deciso di opporsi al progetto di ampliamento. Una decisione condivisa con il Consiglio comunale. E anche la Città Metropolitana, dopo le varie Conferenze dei servizi, aveva espresso parere negativo. Ma di fronte a questo giudizio, la società aveva deciso di opporsi presentando ricorso al Tar che però ha dato ragione al Comune.

La società ha presentato ricorso al Consiglio di Stato

E se si pensava che la vicenda si fosse conclusa con la sentenza di gennaio, non è invece andata così perché il 15 luglio scorso è stato notificato, per il tramite dell’avvocato del Comune, il ricorso in appello presentato al Consiglio di Stato da parte della società per l’annullamento e/o la riforma, previa adozione di idonee misure cautelari, della sentenza del Tar del Piemonte. L’Amministrazione comunale di Rozzino ha però deciso di resistere in giudizio contro questo ricorso in appello al fine di tutelare i propri interessi e le proprie ragioni, ritenendo di aver legittimamente operato sia sotto il profilo dell’iter procedimentale sia sotto il profilo sostanziale. Inoltre, nella delibera attraverso la quale l’Amministrazione decide di resistere, la Giunta specifica che sussistono le motivazioni che sono rivolte alla salvaguardia e tutela della salute in pubblica ma anche il rispetto alla normativa ambientale vigente. Dunque l’esecutivo autorizza il sindaco a costituirsi in giudizio in appello davanti al Consiglio di Stato e di affidare l’incarico di difesa legale all’avvocato Alberto Savattero, il legale che ha già seguito il Comune nel procedimento precedente.

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