il caso

Chiude il dormitorio, sei persone in mezzo alla strada

Intanto si sta svolgendo un presidio di Potere al Popolo che chiede un passo indietro alla Giunta Castello

Chiude il dormitorio, sei persone in mezzo alla strada

La porta del dormitorio di Chivasso si chiuderà definitivamente mercoledì 31 dicembre 2025, e con essa si è sollevata un’ondata di polemiche che sta travolgendo l’Amministrazione guidata dal sindaco Claudio Castello. La decisione di chiudere la struttura di accoglienza, motivata dalla Giunta con ragioni  di bilancio, sta trovando una netta opposizione.

Il bilancio dell’emergenza: tra chi ce l’ha fatta e chi no

Al momento, gli ospiti della struttura sono undici. La fotografia della loro attuale sistemazione restituisce l’immagine di una città che prova a resistere grazie alla rete del volontariato.

Sei persone sono attualmente in mezzo alla strada: per loro non è stata trovata alcuna sistemazione alternativa.

Cinque persone hanno trovato un tetto precario: la loro salvezza è arrivata dalla generosità privata e dal terzo settore. Tre di loro sono stati accolti da amici o associazioni locali, mentre due hanno trovato ospitalità presso la Parrocchia Ortodossa Rumena.

Il presidio

Intanto, proprio ora, si sta svolgendo un presidio davanti alla Casa dell’Ospitalità Notturna. L’obiettivo è duplice: portare solidarietà concreta a chi non ha un tetto e denunciare la chiusura del dormitorio comunale, prevista per la mattina del 31 dicembre alle  6:50.

«Questo accade nel silenzio assordante del sindaco Castello e dell’assessora al Welfare Cristina Varetto», attaccano da Potere al Popolo. La critica si sposta poi sulla gestione dei fondi pubblici: «Si nascondono dietro la solita giustificazione dell’assenza di risorse quando, per contro, sono stati spesi circa 50 mila euro per luminarie, video mapping ed eventi in centro. Una scelta politica precisa che mette l’immagine davanti alla dignità umana».

Il comunicato di PaP sottolinea una contraddizione dolorosa che tocca l’identità stessa della città, gemellata con la Betlemme palestinese.

«È un paradosso firmato da una Giunta PD – Sinistra Ecologista che celebra il gemellaggio quasi solo come sodalizio religioso natalizio, ignorando le sofferenze in Cisgiordania e a Gaza, e che contemporaneamente lascia al freddo e al gelo i senza fissa dimora sul proprio territorio. Sarebbe stato difficile immaginare una situazione tanto più paradossale; la giunta Castello sembra non conoscere limiti alla vergogna».

Il presidio di questa sera rappresenta l’appello alla cittadinanza e alle istituzioni prima che la chiusura diventi effettiva.

La proposta di PaP

Sebbene il primo cittadino Claudio Castello avesse inizialmente sostenuto che gli ospiti del dormitorio provenissero da fuori città, i dati smentiscono tale versione: la quasi totalità degli occupanti è originaria di Chivasso, con l’eccezione di un solo individuo proveniente da Montanaro.
Il piano di emergenza abitativa comunale sembra inoltre aver esaurito le opzioni immediate: i due appartamenti situati a Palazzo Santa Chiara, che avrebbero potuto ospitare i senza tetto, sono stati recentemente assegnati alle famiglie rimaste sfollate a causa del grave incendio di via Baraggino.
In questo scenario, Potere al Popolo solleva una questione strutturale riguardante il patrimonio immobiliare pubblico: a Chivasso risultano attualmente 23 appartamenti ATC vuoti. Tali alloggi non possono essere assegnati poiché necessitano di importanti interventi di manutenzione che l’ente non ha ancora avviato. La proposta di PaP per sbloccare la situazione e utilizzare questi alloggi per far fronte all’emergenza senzatetto. Inoltre propone di avviare percorsi di auto-ristrutturazione: i militanti hanno dichiarato di aver già individuato alcuni degli stessi senza fissa dimora disposti a eseguire personalmente i lavori necessari per rendere abitabili gli appartamenti, permettendo così un risparmio per l’ente e una rapida assegnazione.