Chivasso calcio, è crisi: pronta una cordata per il dopo Pitzalis
Dopo il pasticcio della mancanza di acqua calda le partite si giocano al Rava.
Chivasso calcio, è crisi: pronta una cordata per il dopo Pitzalis.
Chivasso calcio, è crisi
«Progetti, progetti. Sono anni che sentiamo parlare di “grandi progetti” per il Chivasso e oggi ci troviamo senza nemmeno l’acqua calda per una doccia. I nostri progetti sono lì, in campo, i bambini e i ragazzi che hanno l’orgoglio di indossare la maglia biancorossa. Dobbiamo partire da loro, o meglio, ripartire da zero con loro».
Aria tesa al "Pastore"
Al campo sportivo «Ettore Pastore» di viale Matteotti, quartier generale dell’Asd La Chivasso, l’aria che si respira è tesissima. Qualcuno tira dritto senza alzare gli occhi da terra, altri si fermano a parlare in gruppetti, in mezzo passano i (sempre meno) calciatori che non hanno (ancora) lasciato la società per indossare la maglia della Pro Eureka Settimo, del Volpiano, del GSR e di tante altre realtà sportive del Canavese.
Manca anche l'acqua calda
«Hai fatto la doccia?», chiede a uno di loro un ex bomber, «No, l’acqua è fredda». Dopo il taglio del gas, infatti, è attivo solo uno scaldabagno elettrico che, però, non basta per tutti. Una doccia gelata che, stando ai racconti di chi al Pastore negli ultimi decenni ha trascorso praticamente più tempo che a casa, sarebbe però solo la punta di un iceberg più grosso di quello contro cui, nel 1912, si è schiantato il «Titanic».
La crisi e il "Centenario"
Restando in tema di anniversari, il prossimo 22 dicembre saranno cento anni esatti dalla fondazione del Chivasso come è arrivata ai giorni nostri, ma sono in pochi a credere che a soffiare sulle candeline sarà l’attuale presidente Giampiero Pitzalis.
Un’avventura, la sua, iniziata un paio di anni fa con l’uscita di campo della famiglia Ozimo, e che ora rischia di chiudersi senza nemmeno aver cancellato nei tifosi la rabbia per la retrocessione in Prima Categoria.
La multa della FIGC
Il bubbone, che in molti hanno cercato di curare per il «bene della società», è esploso ufficialmente la scorsa settimana, annunciato dalla multa (poche decine di euro) per la mancanza appunto dell’acqua calda negli spogliatoi.
I primi ad essere stati dichiarati fuori uso sono stati quelli del blocco nuovo, poi stessa sorte all’ala vecchia. Problemi con l’azienda del gas o con la caldaia poco importa: senza acqua calda, a meno di non ricevere una multa a partita, non si gioca.
Il trasloco al Rava
Così, già sabato 21 settembre e ancora sabato 28, i ragazzi delle giovanili biancorosse hanno calpestato l’erba del «Rava», concesso in affitto dall’amministrazione comunale a prezzo di favore, e lo stesso ha fatto domenica scorsa la prima squadra. Oggi, gioca in trasferta. Un costo comunque in più per la società e un danno non da poco per il gestore del bar, Ivan Cozza (anche vice presidente, ma questa è un’altra storia), che in questi mesi ha investito tempo e denaro per rilanciare una struttura e ora si trova ad essere «fuori gioco» nei due giorni (quelli delle sfide di campionato e dei tornei giovanili, anche se sono stati praticamente tutti annullati) in cui solitamente si fa cassa.
La resa dei conti
Stando ai ben informati, la resa dei conti sarebbe vicina: questione di ore, al massimo di giorni, e il La Chivasso potrebbe passare di mano. Una cordata c’è già, giovani imprenditori (alcuni con i colori biancorossi tatuati sulla pelle, altri arrivati al Pastore seguendo la passione dei figli) pronti a cancellare il passato investendo prima di tutto sul settore giovanile, l’unico «tesoro» che interessa anche all’amministrazione comunale.
Un «Piano B» però necessariamente legato all’uscita di scena di Pitzalis, che alcuni mesi fa aveva invece dichiarato: «Andarmene via? E perché? Non l’ho cercato io il Chivasso, sono invece altri che me lo hanno consegnato pregandomi di diventarne presidente».
Ma le cose, nel calcio, cambiano in fretta, e non è quindi escluso che Pitzalis faccia un passo indietro senza colpo ferire.
Parla Pitzalis
Sentito in merito alla questione acqua, Pitzalis non vuole rilasciare alcuna dichiarazione limitandosi a un «Abbiamo esposto il problema al Comune che ci è venuto incontro concedendoci in tempi ristretti il “Paolo Rava” permettendoci di proseguire l’attività, e per questo lo ringraziamo. I problemi dovrebbero essere risolti presto, forse già per la prossima settimana».
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