Chivasso non è a misura di disabile: troppe barriere LE FOTO
Nonostante anni di promesse, il tratto più pericoloso resta quello di via Regis.
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In un mondo giusto la città di Chivasso sarebbe percorribile in lungo e in largo con spensieratezza, non ci sarebbero tombini sotto il livello della strada né tratti in cui preferire il pericolo della strada a un marciapiede perché troppo stretto, gradini che impediscono di entrare in un negozio né ascensori funzionanti a giorni alterni.
Chivasso non è a misura di disabile: troppe barriere
La realtà che vivono le persone con disabilità, però, è esattamente l’opposto. Chiara Varuzza e Danilo Bosio, entrambi membri attivi della Hope Running, hanno descritto, percorrendone solo il centro, una città non a misura di disabile né tanto meno di un genitore con il passeggino, di un anziano con il bastone o di una qualunque persona che per un periodo anche limitato sia impossibilitata a camminare normalmente.
L’uscita di una persona disabile, o di qualunque tra quelle sopracitate, diventa un continuo evitare una strada o precludersi un negozio perché impossibile entrare.
Il csao
«Proprio l’accessibilità degli esercizi commerciali è un problema da risolvere - hanno spiegato Chiara e Danilo - basterebbe che le rampe non fossero soggette alla tassa per l’occupazione del suolo pubblico e alla scelta decisione del singolo commerciante ma piuttosto un’imposizione del Comune per rendere ogni negozio sin dalla sua apertura accessibile a tutti. Sono tanti, poi, i tratti pericolosi: la piccola ruota anteriore della sedia a rotelle rischia di bloccarsi nel pavé o nella discesa di una rampa troppo ripida costringendoci ad impennarla o a chiedere aiuto. Ci sono tratti come via San Carlo in cui le transenne creano un percorso pedonale troppo stretto per le nostre carrozzine o peggio ancora in via Paolo Regis dove alcuni modelli proprio non passano costringendo il disabile e l’eventuale accompagnatore a passare sulla strada in porfido dissestato con le macchine a fianco e nessuna sicurezza».
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