Chivasso, operazione Green Pass: «Così non va»
Dubbi di baristi e ristoratori sul come potrà essere richiesto: «Non possiamo assumere personale apposito»
Archiviate, per ora, le zone rosse, gialle e bianche, bar e ristoranti sono alle prese con l'ennesima novità: il Green Pass.
Dal 6 agosto la certificazione sarà obbligatoria per consumare al tavolo in ristoranti e bar al chiuso, accedere a mostre e musei, partecipare a concorsi pubblici ma anche a feste e ricevimenti.
Green Pass, la parola a baristi e ristoratori
«Quello che infastidisce di più di questo provvedimento - ha commentato Beppe Sartori, titolare del Dom's di piazza della Repubblica- è la comunicazione poco precisa. Di fatto manca una vera e propria politica univoca che detti una via chiara e percorribile. Il provvedimento del Green Pass è sicuramente un fattore di stimolo verso la vaccinazione ma le ambiguità sono parecchie: ai clienti al tavolo andrà chiesto, ma se si prende un caffè al banco si è esonerati, eppure questo è proprio il contesto in cui c'è più movimento e più scambi. Al di là dei controsensi, mossi dalla speranza di direttive più chiare rispetteremo le regole così come già ora chiediamo che all'interno del locale si indossi la mascherina».
Parere simile anche da parte di Cinzia Veronese e Matteo de Gruttola, del Bar dello Sport di via Torino: «Il Green Pass è un provvedimento giusto ma di difficile applicazione nelle attività come le nostre che puntano spesso sulla velocità di un caffè o di un passaggio al volo: è praticamente impossibile pensare di riuscire a servire i clienti chiedendo a tutti la certificazione, al contrario sarebbe più giusto contare su dei controlli casuali ma capillari. In ogni caso l'estate è salva grazie ai tavoli all'aperto, quando il tempo costringerà a lavorare al chiuso è probabile che le norme siano nuovamente cambiate. Più che per i bar crediamo che questo provvedimento penalizzi i ristoranti, già duramente provati da un anno e mezzo di serie difficoltà».
Si al pass per concerti
«Il Green Pass è sicuramente una buona idea per ciò che riguarda i concerti o i grossi eventi dove ci sono persone preposte al controllo - ha commentato Fabrizio Vai, uno dei titolari dell'XXL - ma la nostra è una realtà diversa. Con la portata dei passaggi nella piazza antistante il nostro locale sarebbe di fatto impossibile gestire col nostro personale la verifica del Green Pass e allo stesso tempo l'assunzione di un paio di persone addette ai soli controlli sarebbe una spesa importante. C'è poi il problema che noi in quanto attività non possiamo chiedere i documenti e quindi per controllare che quel Pass corrisponda proprio a chi lo mostra bisognerebbe che dalle persone stesse ci fosse il proposito di presentarli. Quel che è certo è che da quando il Green Pass è stato definito obbligatorio in molti si sono mossi per vaccinarsi: motivare le persone alla vaccinazione è sicuramente più valido che non controllarle una ad una».