una vera amarcord

Chivasso rivive nelle foto di Leo Mescia Fatibene

Martedì 24 sarà inaugurata la mostra fotografica di Leonarda Mescia Fatibene.

Chivasso rivive nelle foto  di Leo Mescia Fatibene
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Martedì 24 sarà inaugurata la mostra fotografica di Leonarda Mescia Fatibene. Resta aperta fino al 19 settembre.

La mostra fotografica di Leo

La mostra fotografica che la Galleria Còsola di Palazzo Einaudi si appresta ad ospitare (lo farà da martedì 24 agosto a domenica 19 settembre) può chiaramente essere definita come un «amarcord» chivassese. Si tratta infatti di una rassegna di scatti di grande rilievo e prestigio, realizzati dal 1972 fino ai primissimi anni del terzo millennio da una “fotoreporter“ che per tanto tempo ha rappresentato un imprescindibile punto di riferimento nel proprio settore: Leonarda Mescia Fatibene.

La fotografa dei grandi eventi della città

Tutti a Chivasso la ricordano come fotografa ufficiale del Carnevale e degli eventi atti a susseguirsi, annualmente o quasi, dal giorno dell’Epifania alla prima-seconda domenica di Quaresima: d’altronde, ella aveva aperto uno studio fotografico nel 1971 e a partire dal ‘73, cioè al tempo di Maura Lìmido come «Bela Tòlèra» e di Nino Giacoletti «Abbà», aveva incominciato a seguire passo passo i vari impegni dei due personaggi principali dell’attesissima manifestazione invernale. Pur avendo cessato ufficialmente l’attività nel 1993, sovente Mescia continuò, quasi a furor di popolo, vista la sua bravura e la sua raffinatezza nella realizzazione delle varie foto, a partecipare ad altre edizioni, l’ultima delle quali fu nel 2001, quando a vestire i panni di «Tòlèra» fu Elena Canuto.
Leonarda Mescia, almeno nel corso dei ventun anni in cui fu stabilmente operativa, seguì tutti gli eventi di natura sociale, culturale, sportiva e poltica che ebbero luogo a Chivasso: c’era quando l’allora segretario del PCI Enrico Berlinguer venne alla Lancia per incontrare le maestranze in sciopero; c’era quando, nel marzo 1990, Papa Giovanni Paolo II fu in visita a Chivasso; a volte si recava in missione a Torino in occasione di eventi importantissimi come la visita ufficiale di Sandro Pertini, Capo dello Stato dal 1978 al 1985; sovente collaborava (e lo avrebbe fatto a lungo) con le modelle impegnate nel lanciare nuovi capi d’abbigliamento. E poi c’è una chicca: un’elegante Simona Ventura ancora adolescente, tra le protagoniste del «Ballo delle Debuttanti» di fine 1982. Queste ed altre fotografie (in tutto circa 150) saranno visibili in questa mostra di fine estate, pronte a raccontare una Chivasso di altri tempi, forse migliori per tutti, ma che oggi resiste grazie alla tenacia dei propri abitanti.

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Il commento di Leo

«Ho chiuso la mia carriera quando l’analogico stava per essere soppiantato dal digitale, linguaggio che non mi appartiene», commenta Mescia: «Inoltre, specie ai miei inizi, mezzo secolo fa, quando ancora tra i miei colleghi c’era chi usava il bianco e nero, ho sempre preferito effettuare scatti a colori». Una caratteristica che fa dei lavori della fotografa chivassese dei gioielli ancor oggi godibilissimi.

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