Cinghiali, Coldiretti Piemonte interviene: “Troppo pochi gli enti che adottano l’apertura anticipata della caccia. Resta fondamentale implementare il numero degli abbattimenti”.
Cinghiali, pochi anticiperanno l’apertura della caccia
Coldiretti Piemonte interviene sul tema della caccia al cinghiale anche a fronte della scelta della Giunta Regionale:
Risultano veramente pochi gli istituti venatori (ambiti territoriali di caccia, comprensori alpini, aziende faunistico-venatorie ed aziende agrituristico-venatorie), stante il recente provvedimento adottato dalla Giunta regionale, che applicheranno quanto previsto dall’Ordinanza del Commissario straordinario alla peste suina africana, anticipando la caccia programmata al cinghiale a partire dal 1 settembre 2025. Un numero esiguo a fronte di un provvedimento utile ad abbattere quanti più cinghiali vista la situazione di emergenza che imperversa sui nostri territori. E’ quanto afferma Coldiretti Piemonte rispetto all’adeguamento del calendario venatorio.
Interventi importanti
Cristina Brizzolari e Bruno Rivarossa, Presidente e Delegato confederale di Coldiretti Piemonte spiegano:
In via ordinaria il calendario prevede l’avvio della caccia al 21 di settembre o al 1 di ottobre, quindi questa possibilità di anticipo è sicuramente utile a fronteggiare una condizione di elevata problematicità, riconducibile al numero sempre troppo alto di cinghiali presenti in Piemonte. Applicare tale ordinanza sarebbe funzionale sia per evitare nuovi casi di peste suina africana, sia per contenere i danni che i cinghiali continuano a provocare alle imprese agricole che oltretutto, come già precedentemente denunciato, in riferimento alla scorsa annata, non hanno percepito dalla Regione neanche il risarcimento integrale delle perdite subite. Nel 2024 i danni ammontavano a 4 milioni e mezzo, dato in crescita rispetto al 2023. Una situazione che, dunque, crea criticità sanitarie, continua a generare elevati rischi per l’intera filiera agro-alimentare regionale collegata al settore suinicolo, ad incrementare i pericoli in termini di incolumità pubblica per effetto degli incidenti che i cinghiali possono provocare, oltre a produrre danni ingenti alle coltivazioni con significative ripercussioni economiche sulle imprese agricole e che, per tali motivi, richiede azioni straordinarie non più rinviabili.