«La sicurezza non è solo una questione di cronaca o di telecamere: è il risultato di un ecosistema urbano fatto di ordine, decoro, opportunità economiche, cultura civica e cura dei territori». Inizia da qui il ragionamento di Clara Marta, capogruppo di Forza Italia sul nuovo Piano Regolatore che si intreccia appunto con il tema sicurezza.
Clara Marta: “Sicurezza e sviluppo, serve un progetto di città”
«A Chivasso – dichiara – si è finalmente avviata una riflessione seria su questo argomento e, come gruppo di Forza Italia con il centro destra siamo stati i primi a porlo al centro del dibattito consiliare. Sicurezza significa presidio, prevenzione, presenza. Ma oggi, più che mai, la sicurezza si lega a doppio filo con il nuovo Piano Regolatore».
Prosegue: «Un Piano Regolatore vero parte dalla città reale che non è fatta solo di viali alberati, piste ciclabili e premi ambientali. È fatta di quartieri, frazioni, periferie, strade vissute e a volte dimenticate. È fatta di persone. E proprio le periferie sono la cartina tornasole di una città: di quanto è sicura, di quanto è viva, di quanto rispetta se stessa nei suoi equilibri, dai margini fino al centro. La città non vive se vive solo di respiro green “eco ansia “.
Una comunità è forte quando ogni suo luogo è parte dello stesso respiro urbano; quando chi abita una frazione o un quartiere periferico percepisce la stessa dignità, la stessa cura, lo stesso decoro di chi vive in piazza».
Il nodo PNRR
Il discorso scivola sul PNRR: «Ricevere fondi è positivo, ma utilizzarli bene è un’altra cosa. Il punto non è creare un grande laboratorio di “green urbano” scollegato dal resto, ma rigenerare le parti di città che più determinano qualità della vita e sicurezza. Il PNRR deve essere uno strumento per generare sviluppo vero. E sviluppo vero significa affrontare il tema della povertà e del lavoro con serietà.
La povertà si supera creando lavoro, stabilità, crescita. E crescita significa anche sostenere il commercio locale nella sfida più difficile degli ultimi anni, la concorrenza dell’e-commerce, l’offerta infinita degli acquisti online. Molti commercianti vivono un senso di smarrimento, una perdita di fiducia.
Difendere il commercio di tradizione significa ripensarlo in chiave moderna, sostenendolo nella qualità, nella specializzazione, nella relazione umana. Crescita significa anche guardare con lucidità alle aree industriali : serve una strategia per rendere Chivasso attrattiva agli occhi di chi crea lavoro vero, stabile e qualificato. Attrarre imprese richiede infrastrutture adeguate, servizi, sicurezza, logistica efficiente, tempi autorizzativi rapidi e una visione politica chiara. E richiede soprattutto una capacità essenziale: scegliere quali imprese insediare. Una città cresce quando cresce il lavoro e il lavoro cresce quando cresce la qualità della sua attrattività industriale. La rigenerazione urbana è dunque un atto di sicurezza tanto quanto lo è la prevenzione”.
Cosa bisognerebbe fare
In sintesi la ricetta di Clara Marta su cosa bisognerebbe fare: «Chivasso deve partire dalla propria identità reale, non da un’immagine ideale. Deve partire da ciò che ha, dalle sue forze e dai suoi limiti. Deve costruire un mosaico coerente, in cui ogni tassello è indispensabile: le periferie, il commercio, gli spazi verdi, la sicurezza, la mobilità, le scuole, le frazioni, il centro storico. Se anche un solo tassello manca, il mosaico non regge.
Questo ragionamento ci porta a un ultimo punto. Quando guardiamo ciò che accade a Torino (Askatasuna ad esempio) e in molte grandi città amministrate dalla sinistra, vediamo dove conduce una visione miope della sicurezza: aree in cui vengono tollerati abusi, occupazioni e violenze da parte di centri sociali, che distruggono proprio ciò che abbiamo indicato come fondamenta di una città sana. Dove c’è abuso, non c’è rispetto delle regole Nel frattempo, a pagare sono sempre i cittadini che rispettano le norme, che lavorano e che mantengono affitti regolari. È da questa ingiustizia che nasce il bisogno di una politica più pratica, più coerente, più attenta davvero agli ultimi, e non solo a chi occupa spazi e impone la propria voce.
Fra un anno e mezzo, con le prossime elezioni, si aprirà una stagione nuova. Nessuno può prevedere oggi lo scenario, ma possiamo iniziare fin da ora a costruire una visione alternativa: un modello di città concreta, moderna, sicura, capace di tenere insieme sviluppo, decoro e dignità. Un modello che esiste già in molte città governate dal centrodestra, e che può diventare anche il futuro di Chivasso. Perché una città sicura, ordinata e giusta non nasce per caso: si costruisce, tassello dopo tassello, ponendo ogni parte del mosaico al suo posto».