Commissione Ecomafie, l'audizione di Sogin
L'intervento del presidente Luigi Perri e l’amministratore delegato della società Emanuele Fontani.
La Commissione parlamentare d’inchiesta sulle attività illecite connesse al ciclo dei rifiuti e su illeciti ambientali ad esse correlati (Commissione Ecomafie) ha audito oggi il presidente di Sogin Spa Luigi Perri e l’amministratore delegato della società Emanuele Fontani.
Commissione Ecomafie, l'audizione di Sogin
La Commissione parlamentare d’inchiesta sulle attività illecite connesse al ciclo dei rifiuti e su illeciti ambientali ad esse correlati (Commissione Ecomafie) ha audito oggi il presidente di Sogin Spa Luigi Perri e l’amministratore delegato della società Emanuele Fontani. L’audizione rientra nell’ambito dell’approfondimento della Commissione sulla gestione dei rifiuti radioattivi, a cui è dedicata anche la relazione approvata dalla Commissione il 30 marzo 2021.
Informazioni sulla Cnapi
Gli auditi hanno fornito informazioni in merito alla CNAPI (Carta delle aree potenzialmente idonee) e al progetto del Deposito nazionale per lo smaltimento dei rifiuti radioattivi a molto bassa e bassa attività e per lo stoccaggio temporaneo dei rifiuti radioattivi a media e alta attività. Secondo quanto riferito, nell’ambito della consultazione pubblica sulla CNAPI attualmente in corso, ad oggi sono pervenute a Sogin 88 richieste di informazioni e 113 osservazioni (riguardanti soprattutto questioni di idoneità delle aree). Si sono inoltre registrati tre ricorsi al Tar e tre richieste di accesso agli atti. Gli auditi hanno dichiarato come nelle consultazioni sia stata sollevata la questione della mancanza di un organo terzo nella gestione del processo di consultazione: a questa istanza, secondo quanto riferito, si potrebbe fare fronte attraverso la costituzione di una commissione o un comitato tecnico-scientifico.
Gli auditi hanno spiegato che al termine dell’iter di consultazione si aprirà la fase del seminario nazionale: durerà tra i 30 e i 60 giorni, con sessioni di tre-quattro giorni ciascuna in ognuna delle sette regioni interessate. Concluso il seminario, verrà elaborata la CNAI (Carta delle aree idonee), oggetto di valutazione e nulla osta da parte dei Ministeri competenti. Secondo quanto riferito, in quel momento potranno poi essere presentate delle autocandidature da parte di territori interessati a ospitare il deposito. Gli auditi hanno dichiarato che l’apertura del deposito è prevista all’inizio del 2030. Secondo quanto riferito, sono stati valutati quali possibili fattori di rallentamento del processo di costruzione del deposito rischi autorizzativi per ritardi amministrativi, rischi di localizzazione connessi alla mancanza di autocandidature e rischi nella realizzazione dell’opera.
Rispetto alla futura accettabilità nel deposito di rifiuti prodotti prima della sua costruzione, gli auditi hanno riferito che Sogin ha definito dei criteri di accettazione generali. Una volta individuata l’area idonea, questi saranno oggetto di una verifica finale in relazione al sito prescelto. Oggi Sogin rilascia al produttore del rifiuto una attestazione di accettabilità del rifiuto nel deposito e, secondo quanto riferito, si ritiene che eventuali necessari ulteriori aggiustamenti saranno minimi. Rispetto a possibili quantitativi di rifiuti che potrebbero rivelarsi non idonei allo smaltimento di superficie nel deposito, gli auditi hanno dichiarato che questi, anche in considerazione di stime e confronti con le esperienze di altri Paesi, non dovrebbero superare il 10% dei volumi totali e che tale margine di incertezza è compatibile con la struttura del sito. In caso di un aumento delle quantità di rifiuti radioattivi da gestire, per esempio a seguito di attività di bonifica, gli auditi hanno dichiarato che sarà possibile un’eventuale espansione della capacità del deposito attraverso sistemi modulari, considerando che non ci si aspettano rilevanti concentrazioni di radioattività. Secondo quanto dichiarato, nelle volumetrie previste rientrano anche i ridotti quantitativi prodotti in attività militari. Rispetto invece ai rifiuti a media e alta attività, gli auditi hanno riferito che la loro permanenza nel deposito sarà temporanea, legata al tempo necessario al Governo per stringere accordi internazionali per la realizzazione di un deposito geologico.
Riguardo alla dotazione di risorse umane adeguate per la gestione del decommissioning e della costruzione del deposito nazionale, gli auditi hanno riferito che oggi circa il 10% dei dipendenti della società ha più di 61 anni e sono in corso attività per il passaggio delle competenze e il ricambio generazionale del management.
Le parole di Vignaroli
«Il deposito nazionale è un’infrastruttura fondamentale per il nostro Paese, che contribuirà ad aumentare il livello di sicurezza per i cittadini e l’ambiente. La Commissione segue con attenzione l’iter che sta portando l’Italia, seppur con grande fatica, a dotarsi del sito. Altri Paesi europei hanno costruito da tempo un deposito e auspico che anche l’Italia arrivi a questo obiettivo nei tempi previsti, eliminando così i rischi legati ai numerosi depositi oggi disseminati sul territorio, non sempre in grado di garantire adeguate condizioni di sicurezza», dichiara il presidente della Commissione Ecomafie Stefano Vignaroli.