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Costanza, l’autista di Falcone, con gli studenti della «Dasso» IL VIDEO

Unico superstite della Strage di Capaci, ha parlato di mafia e legalità

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Unico superstite della «Strage di Capaci», era il 23 maggio del 1992, Giuseppe Costanza era l’autista del giudice Giovanni Falcone, un uomo che per la lotta alla mafia ha sacrificato la vita.

Costanza, l’autista di Falcone, con gli studenti della «Dasso»

E proprio Costanza, la scorsa settimana, ha portato la propria testimonianza agli allievi dell’Istituto Comprensivo «Dasso», nell’ambito del progetto su «Memoria, coraggio e legalità» fortemente voluto da Nicola Esposito, insegnante di religione cattolica alla scuola primaria, con l’obiettivo di formare al meglio le nuove generazioni.

Ad accoglierlo, all’ingresso della «Mazzucchelli», anche il vice sindaco Pasquale Centin, che ha ricordato come Chivasso visse il giorno della strage:

«C’era una manifestazione della FIOM con la presenza di Bruno Trentin (segretario generale della CGIL), nel cortile del Palazzo Comunale, era il periodo di lotta dei lavoratori contro la chiusura della Lancia. Come arrivò la notizia, Trentin blocco tutto e si fece accompagnare a Torino per seguire la situazione. Ciascuno di noi si ricorda perfettamente dov’era quel giorno: il paese si fermò».
Costanza, perché è importante parlare di lotta alla mafia nelle scuole?

«L’Antimafia è importantissima, perché questi ragazzi sono il futuro della società e il cambio generazionale è importante. Solo con le nuove generazioni, infatti, con una cultura ben diversa, avremo “dirigenti” che ci possano rappresentare al meglio»
Cosa si può ancora fare nelle scuole e nella società civile?

«Bisognerebbe continuare, non solo con la mia presenza o di altri. I docenti, dopo l’incontro devono ancora “parlare”: l’unico modo per debellare la mafia è parlare, fare terra bruciata parlandone. La mafia ha paura di chi ne parla, il silenzio è mafia. Bisogna parlarne».

Se lei avesse la possibilità di dire ancora due parole al Giudice Falcone, cosa gli direbbe?

«“Eri sulla buona strada, continua su quella strada”. Ma come disse Falcone, le idee camminano sulle gambe di altri uomini. E quindi... Non ci siamo fermati. Falcone è ancora vivo, è ancora con noi, dopo trent’anni ancora continua a portare avanti le sue idee».

L'INTERVISTA PRE INCONTRO

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