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Covid e influenza, il Pronto Soccorso è in tilt

Le barelle sono ovunque

Covid e influenza, il Pronto Soccorso è in tilt
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La tempesta perfetta è arrivata e ha messo in ginocchio gli ospedali.
Covid e influenza un cocktail tremendo. Pronto soccorso in tilt, pazienti «abbandonati» in barella in ogni angolo libero.
Lunedì 8 gennaio, i passaggi nei Pronto Soccorso degli ospedali dell’Asl To4 erano i seguenti. A Chivasso 99 pazienti, a Ciriè 47, a Courgnè 14 a Ivrea 25.
Numeri da paura soprattutto nel nosocomio chivassese. Che come sostengono gli stessi sindacati non ha medici infermieri e oss sufficienti a supportare.
Una situazione quindi al limite che ha subito fatto insorgere i sindacati Nursind, Uilp Fp, Cgil e Cisl Fp.

La situazione, parla il NURSIND

Francesco Coppolella del Nursind: «Centinaia di pazienti si sono riversati nei Pronto Soccorso superando ogni limite di capienza, di strumenti a disposizione e di condizioni di lavoro. Risultato, ore di attesa e nelle giornate di boarding, anche fino a 9 giorni. Ci spaventa l’indifferenza della politica, chiamata a dare risposte, senza le quali la rassegnazione e la demotivazione stanno prendendo il sopravvento. Basta farsi un giro per capire che è umanamente impossibile seguire e garantire le cure e l’assistenza necessaria a tutti quei pazienti ed è oltretutto da irresponsabili pretendere che si lavori in queste condizioni. Siamo oltretutto stanchi di sentire dire che è un problema nazionale e che le responsabilità sono di chi ci ha preceduto come se non ci fosse nulla da poter fare. I motivi sono noti. Chiediamo alla regione di attivarsi per dare risposte strutturali affinché non continui e non si ripeta con maggiore gravità ciò a cui stiamo assistendo. Non serve sperare che passi il momento per poi continuare a fare finta che il problema non esista. Stiamo trasformando un vero stato di emergenza in qualcosa di ordinario. Una follia. In assenza di risposte e davanti all’indifferenza non mancheranno azioni da parte nostra. Ogni giorno c’è un infermiere che decide di lasciare, presto avremo problemi ancora più gravi, non vorremmo diventi un fenomeno di massa».

Covid e influenza, il Pronto Soccorso è in tilt

Le 4 sigle sindacali rimarcano in coro: «Il problema dell'iperafflusso invernale è come la scoperta dell'acqua calda.
E' vero che esistono delle responsabilità non aziendali, come quelle di questo pessimo governo regionale, ma il provvedimento rispecchia la totale disorganizzazione di un'azienda totalmente allo sbando.
L'ennesimo schiaffo in faccia ai lavoratori.
Non stupiamoci se nessuno vuole venire a lavorare in Asl To4».
Intanto lunedì si è svolto il primo incontro fra sindacati e vertici Asl, a cui ne seguir un altro il 12.
«Da questo incontro - commenta il segretario del Nursind Giuseppe Summa- sono emerse importanti criticità relative al Pronto Soccorso di Chivasso.
Nei prossimi giorni la Direzione chiederà supporto all'area chirurgica per la gestione del sovraffollamento. Chivasso ha un bacino d'utenza troppo vasto e sicuramente la ricettività sul territorio (compreso l'ospedale di Settimo), non è sufficiente. Proseguiremo a monitorare la situazione e il risultato di questi interventi, che riteniamo comunque tardivi e non strutturali».
Abbiamo chiesto all’Asl di avere un prospetto sulla situazione attuale nei Pronti Soccorso dei nostri ospedali ma non è arrivato, in quanto fanno sapere che sono tutti impegnati in attività cliniche. Una conferma, semmai ce ne fosse bisogno, del grado di criticità a cui si è arrivati. E le drastiche temperature previste nelle prossime ore e nei prossimi giorni non faranno che incidere ulteriormente.
Vaccinazioni Covid

Dall'inizio della campagna vaccinale sono state somministrate in Piemonte 11.057.557 dosi, di cui 3.347.231 come seconde, 2.966.249 come terze, 834.723 come quarte, 255.725 come quinte, 44.654 come seste.

La parola al pediatra

«Ci sono in circolazione alcune forme di influenza virale e in particolare si è presentata una forte influenza gastroenterica che colpisce bambini e ragazzini» - E’ questo il primo bilancio del pediatra Paolo Rosso che prosegue: «Devo dire che in autunno ho effettuato molti vaccini antinfluenzali tra i bambini, ma i casi anche se in numeri inferiori rispetto ad altri anni ci sono.
Per quanto riguarda invece i casi di Covid, ci sono, eccome.
I sintomi in questo caso sono: febbre alta, raffreddore e tosse. E’ pesante ed è difficile distinguere un caso di Covid da un’influenza. Sinceramente tra le due cose non saprei cosa scegliere perchè in entrambi i casi i sintomi sono pesanti e quelli più gravi durano circa 5 giorni.
Tra Natale e Capodanno i casi registrati sono stati molto numerosi, la situazione era davvero terribile e adesso che le scuole sono riaperte temiamo un’impennata».
In un periodo delicato come questo i medici devono fare i conti anche con la carenza di farmaci.
Un aspetto questo che si era già verificato a partire dalla primavera del 2022.
«La scorsa settimana eravamo disperati perchè non si trovano antibiotici e un sacco di medicinali sono mancanti, parlo di quelli di utilizzo comune tra i bambini. Adesso qualcosa c’è, ma la carenza di farmaci resta un aspetto serio da affrontare. Diciamo che tra tante cose che non vanno restiamo a galla».

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