Dal Comune: "Conti in ordine ma risorse in calo"
Il sindaco Vittorio Ferrero ha presentato il rendiconto della gestione per l’anno 2024, tracciando un quadro dello stato finanziario.

Durante l’ultimo Consiglio comunale di Crescentino, il sindaco Vittorio Ferrero ha presentato il rendiconto della gestione per l’anno 2024, tracciando un quadro dello stato finanziario del Comune.
Conti in ordine ma risorse in calo
«Abbiamo un bilancio con i conti in ordine, ma è necessaria una premessa sul contesto attuale in cui viviamo e che stiamo affrontando: una situazione di contrazione della spesa pubblica, per molteplici fattori. Il rinnovato patto di stabilità europeo ha portato alla scelta di creare spazi minimi di accantonamento nei bilanci degli enti locali, su una parte corrente già in sofferenza, e con un taglio importante di investimenti derivanti dai trasferimenti dello Stato. Questi stanno di fatto cessando con l’esecuzione delle ultime opere del PNRR e non trovano oggi continuità normativa» spiega Ferrero.
Dati significativi
Il primo cittadino ha poi posto l’attenzione su alcuni dati significativi per comprendere l’evoluzione del rapporto tra Stato ed enti locali. «Nel 2010 i Comuni ricevevano 21 miliardi di euro di trasferimenti dallo Stato, che coprivano il 40% delle entrate correnti, quelle che garantiscono i servizi educativi, i trasporti scolastici, la polizia locale, lo stato civile, la pulizia delle strade. Nel 2024 i trasferimenti complessivi sono scesi a 12 miliardi: in 14 anni si è ridotto del 50%. Di conseguenza, Comuni e Regioni tra il 2015 e il 2024 hanno aumentato le proprie capacità fiscali. Il Governo centrale ha tagliato le tasse, ma ha anche dato meno risorse agli enti locali, che si sono trovati costretti a ritoccare le proprie entrate per garantire i servizi. Le tasse locali, tra il 2014 e il 2024, sono raddoppiate da 2 a 4 miliardi. Nessun Comune è riuscito a mantenere invariate le imposte locali».
Trasparenza e responsabilità
Ferrero ha parlato con franchezza della necessità di trasparenza e di responsabilità: «Chi amministra ha il dovere di dire con chiarezza come stanno le cose. Le comunità non sono fatte solo di servizi, ma anche di legami e momenti condivisi. Se i costi aumentano e le entrate restano ferme, o si taglia la spesa, o si aumentano le entrate. Tocca a noi cittadini agire anche verso lo Stato centrale. Se continuiamo a togliere risorse agli enti locali, rischiamo che il sistema non regga. Quando c’è un’alluvione, il primo a intervenire è il sindaco, poi arriveranno eventualmente i ristori. Se non si rafforza il primo livello, tutto il resto arriva troppo tardi».
Il sindaco ha rivendicato con orgoglio il lavoro fatto. «Abbiamo avuto negli anni della pandemia un momento di espansione della spesa pubblica, ma oggi ci troviamo davanti a un decennio di contrazione. Questo deve essere tenuto in conto. Da quasi sei anni ci impegniamo per mantenere il più alto possibile il livello dei servizi con una pressione fiscale equa. Alcune scelte andranno però riviste nel tempo».
La situazione patrimoniale
Infine, ha illustrato con precisione la situazione patrimoniale dell’ente. «Abbiamo gestito un bilancio complesso cercando di fare il meglio, come si fa nelle famiglie. Guardando il rendiconto di gestione, ciò che conta è il risultato: oggi non abbiamo debiti fuori bilancio, abbiamo un accantonamento corretto, circa 1.900.000 euro al 31 dicembre, di cui 1.200.000 accantonati e vincolati, 500.000 euro per fondi di crediti di dubbia esigibilità e altri 200.000 euro per il fondo di solidarietà con ATC e altri vincoli. Abbiamo rispettato i principi di inerenza, adeguatezza e prudenza. Disponiamo di circa 64.000 euro immediatamente applicabili a investimenti e una parte libera dell’avanzo di amministrazione pari a circa 770.000 euro. Non sono somme utilizzabili per la spesa corrente, ma per progetti straordinari».
Il rendiconto, dunque, certifica la tenuta dei conti pubblici di Crescentino in un momento di forte pressione per gli enti locali, ma anche la volontà dell’Amministrazione di continuare a garantire servizi essenziali senza rinunciare alla programmazione di interventi futuri.