CRESCENTINO

Disabile aspetta più di sei mesi per una visita: "Vergogna"

Dolores, 70 anni, denuncia la sua odissea: «Finché non farò la risonanza, non avrò una cura»

Disabile aspetta più di sei mesi per una visita: "Vergogna"
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Dolores ha 70 anni ed è invalida da molti anni. In più da qualche anno ha perso l’amore della sua vita ed oggi è sua figlia che si prende cura di lei giorno e notte. Perché Dolores da sola non potrebbe vivere, a maggior ragione oggi che è costretta a letto.

Disabile aspetta più di sei mesi per una visita

«Oltre ai miei molti problemi di salute, da mesi ho sempre un dolore alla schiena che non mi permette né di camminare né di stare seduta - racconta la donna - Per questi miei dolori sono anche finita in Pronto soccorso a Chivasso. E’ da quasi un anno che sto male. E qualche mese fa, era inizio marzo, il mio medico curante mi ha prescritto una risonanza magnetica lombare. Un dramma prenotare questo esame. Soprattutto perché, viste le mie tante patologie, ho la necessità di farla aperta. Nella macchina tradizionale, non riuscirei a svolgere l’esame».

Dolores racconta le difficoltà che ha trovato lungo il suo percorso: «Ho iniziato a chiamare per effettuare questo esame. All’ospedale di Chivasso, a parte i mesi e mesi di attesa, non c’è la possibilità di farla aperta. Mi domando, ma come può esser che un ospedale con un bacino di utenza immenso non abbia questa strumentazione? Assurdo.
Attraverso il Cup regionale ho provato a verificare negli ospedale di Torino, ma nulla. Tutto pieno non c’è alcuna possibilità. L’unico posto che ho trovato è stato all’ospedale di Casale Monferrato: qui mi hanno dato appuntamento per settembre. Ma ci rendiamo conto, devo aspettare sei mesi per effettuare questo esame con il sistema sanitario nazionale. Vergognoso soprattutto perché quando mi dicono che se voglio accorciare le tempistiche posso effettuare la risonanza privatamente, dunque a pagamento. Così si che c’è posto subito. Lo trovo ingiusto nei confronti delle persone che non hanno la possibilità di pagare un esame come questo. Costa centinaia di euro, come posso io con la mia pensione far fronte a questi costi?
Senza questo esame, inoltre, nessun medico potrà mai farmi la diagnosi, darmi un farmaco efficace affinché io possa tornare a camminare e a sedermi».

Dolores vuole lottare affinché la sanità pubblica torni ad esser quella di un tempo: «Non bisogna privilegiare i ricchi e coloro che possono pagare queste prestazioni, ma i malati come me. Non sono una persone benestante e ho bisogno che la sanità pubblica mi aiuti. Non può dimenticarsi delle persone come me. Tutti quelli che vivono queste situazioni dovrebbero denunciare questi fatti. Basta il silenzio. E’ ora di fare qualcosa».

"Siamo malati invisibili"

La pensionata crescentinese, infatti, è stanca di dover vivere in queste condizioni, di esser un malato invisibile del sistema sanitario che preferisce chi ha il denaro per pagare tutto.

«E’ ora che gli ospedali comprendano che se un disabile o un bambino devono effettuare visite o esami hanno la precedenza - continua - Così è sempre stato detto ma non accade. Più volte, per raggiungere gli ospedali, mi avvalgo del sistema di trasporto della Croce Rossa di Crescentino, che ringrazio per il grande lavoro che svolge per tutti noi malati, peccato che questi volontari debbano attendere tempi eterni con me prima che io venga visitate. Lo trovo veramente illogico. Questi volontari dovrebbero arrivare, lasciarmi subito nelle mani dei medici (me come qualsiasi altro paziente che trasportano) e ripartire perché loro possono esser necessari per altri casi, anche delle urgenze. Invece no, sono costretti ad attendere perché non viene rispettata la precedenza. Anche questo è un grave problema che la sanità pubblica sta vivendo, un disagio enorme che si arreca a tutte le donne e a tutti gli uomini della nostra Croce Rossa. Uomini e donne che voglio ringraziare, sono i nostri angeli, coloro che ci aiutano in qualsiasi occasione e che non si fermano mai.
Dunque, mi rivolgono a responsabili di questi Enti di prendersi a cuore le mie segnalazioni per migliorare i servizi e soprattutto la vita di noi disabili malati».

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