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Dona i suoi capelli in ricordo della mamma vinta dal male

Lo splendido gesto di Francesca Boarolo, rimasta senza l’amore materno da giovanissima

Dona i suoi capelli in ricordo della mamma vinta dal male
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La storia di Francesca Boarolo è una di quelle che colpisce il cuore di ogni persona che la legge, di tutti coloro che si avvicinano e provano a mettersi nei suoi panni. Perché Francesca ha vissuto la perdita della sua giovane mamma quando lei era ancora giovanissima. E la grande forza della mamma è sicuramente una delle sue grandi caratteristiche, uno di quei pregi che le ha permesso di prendere una splendida decisione per aiutare tutte quelle donne che vivono e che vivranno quello che sua mamma ha dovuto combattere per moltissimi anni. Francesca ha 25 anni ed è la figlia degli ormai ex panettieri di Verolengo, proprietari della nota panetteria Casa del Pane di Carlo e Deborah.

Dona i suoi capelli in ricordo della mamma vinta dal male

«Voglio raccontarvi della mia mamma, senza nulla togliere al mio papà, per arrivare a spiegarvi il perché di un gesto a me molto caro. - racconta Francesca - Quando avevo 6 anni, la mamma si ammalò per la prima volta di cancro. Era il 2004, non c’erano cure mediche innovative come oggi pertanto io (insieme al mio papà) ho vissuto da vicino il male. Vedevo mamma bere la chemioterapia (non lo faceva solo in vena) la perdita dei capelli, l’urgenza di rimanere in ospedale quando io pensavo di ritrovarla a casa uscita da scuola. Purtroppo però il gran cancro non l’ha colpita una volta ma diverse. La situazione appesantiva il suo stato d’animo e fisico ma, nonostante tutto, lei è sempre stata solare cercando di mascherare il suo stato. Io non l’ho mai vista abbattuta, in lacrime o spenta. Forse perché davanti a me voleva nasconderlo, non facendo trapelare nulla e non creandomi preoccupazione. L’unica cosa che notai, una sola volta, è stato un sorriso strano accompagnato da una frase “Franci sarà l’ultima volta vedrai” ma quella fu una delle ultime volte in cui dovette radersi i capelli a zero. Tutte le volte rimanevo scioccata più io di lei, sia per la nuova immagine che di colpo i miei occhi dovevano accettare, sia perché anche in quel momento dimostrava una forza disarmante. Nonostante il cambiamento estetico così estremo. Però quella volta lì, quella frase, non colpì solo me. Ma più di quella c’era il sorrisetto non convincente che notò anche papà. Ogni volta che mamma ha dovuto radersi, lo chiedeva sempre e solo mio papà in quanto lui l’ha sempre incoraggiata e appoggiata e proprio quella volta lì dopo aver capito che lei era un po’ giù perché era probabilmente l’ennesima volta che pensava “sarà l’ultima”, ma poi non lo era, mio papà mi disse “Dai Franci è ora di tagliare anche quelli di papà che sono lunghi”. Ma non era vero, lui li aveva sempre avuti ricciolini e corti quindi era palesemente un gesto meno importante rispetto al suo ma sicuramente apprezzato, come per dire non sei e non sarai mai sola, la mia mano è ancora qui. La mia famiglia mi ha insegnato molti valori, tra cui affrontare sempre a testa alta quello che la vita ti pone davanti e aiutare in qualsiasi modo coloro che ritieni giusto. Il primo è sicuramente dovuto alla malattia di mamma, il secondo nasce sempre da lei che fin da piccola, sia con giochi che con l’abbigliamento, mi ha sempre accompagnato davanti alla comunità Mafalda di Borgo Revel per donare quello che volevo e ancora oggi lo faccio».

Ma Francesca da alcuni anni ha deciso di sostenere e aiutare i malati oncologici.

«Un giorno, all’età di 21 anni, mentre ero al lavoro vidi arrivare una mia collega con un taglio drastico e parlava di aver donato i capelli ad un’associazione. Io feci tesoro di quelle parole ma volevo donare a qualcuno che non lo faceva a scopo di lucro e che fosse in linea con gli insegnamenti dati. - racconta - Allora cercai su Google e trovai questa associazione chiamata “Un angelo per capello”, già il nome descrive bene che fa. Loro non fanno nulla a scopo di lucro, né pagarti per donare, né creare parrucche per venderle. Loro creano parrucche inorganiche con le ciocche che le arrivano per poi donarle gratuitamente ai pazienti oncologici con difficoltà economiche, anche perché io per pura curiosità mi sono informata e le parrucche con i capelli veri costano un assurdità. Una volta individuata l’associazione, ho comprato delle maschere naturali per rafforzare il capello e non ho più fatto meches (l’unica richiesta che fanno e il capello di un unico colore). Sono riuscita ad donare tre volte, la prima 13 cm, la seconda 20 e la terza, una settimana fa, 28 cm. Continuerò a farlo? Certo! Tuttora uso maschere e tratto bene i capelli proprio per cercare di fare questo gesto di nuovo il prima possibile. Molti mi chiedono: ma tu credi davvero che le donino? Beh basta dare un’occhiata ai video di ringraziamento di chi le riceve, chi si trova sui social. Questo gesto perché? Prima di tutto perché aiuto delle persone ma soprattutto perché mi fa rivivere mia mamma, tornando al ricordo che ancora oggi mi rattrista ma cerco di compensarlo con due pensieri: il primo che mia mamma non avrebbe e non ha mai mai indossato una parrucca ma la sua classica bandana, perché non si è mai vergognata, ma altre persone sì e non è giusto che vivano questo disagio dopotutto quello che già stanno affrontando. Il secondo è che lei sarebbe fiera di me e di questo gesto. Ogni volta che torno dalla parrucchiera con il taglio drastico vado subito da mio papà perché fin dalla prima volta con gli occhi sorridenti, il sorriso sulle labbra, un bacio sulla fronte e il suo brava ho sempre visto che lui ne era fiero. Questa intervista l’ho accettata sia perché parlare di mia mamma mi fa sempre piacere e sia perché spero di far conoscere questa associazione e dare la possibilità di fare questo gesto».

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