Dorme sulla panchina, scatta la gara di solidarietà
C’è chi, nell’ombra cerca di risolvere un problema molto più grande e complesso: identificarlo.
Se una fitta «rete» di cittadini lo sta aiutando portandogli cibo e vestiti, c’è chi, nell’ombra cerca di risolvere un problema molto più grande e complesso: identificarlo.
Dorme sulla panchina, scatta la gara di solidarietà
Se una fitta «rete» di cittadini lo sta aiutando portandogli cibo e vestiti, c’è chi, nell’ombra cerca di risolvere un problema molto più grande e complesso: identificarlo con certezza, in modo da poterlo supportare sul fronte burocratico per fargli ottenere lo status di «rifugiato politico». Stiamo parlando dell’uomo che, da settimane, bivacca sulle panchine di Chivasso, tra i viale e il parco di viale Cavour, portando sempre con sé una coperta (ormai lisa) che gli ha fatto guadagnare il soprannome di «Linus». Se fino a pochi giorni fa si pensava fosse un cittadino pakistano, ora si pensa che possa essere originario dello Sri Lanka o dell’India del Sud.
Non parla, e con lui è praticamente impossibile comunicare (tanto che si sospetta che possa essere affetto da una sindrome dello spettro autistico), ma le forze dell’ordine lo hanno comunque identificato grazie ad una fotografia che gli era stata scattata alla frontiera di Ventimiglia, quando, mesi fa, era stato respinto nel tentativo di varcare la frontiera francese. All’epoca era stato sì identificato come pakistano, ma con un nome che ha tutta l’aria di essere fittizio. A questo punto non resta che sperare che la situazione si sblocchi, in qualsiasi modo, anche perché sono già numerose le persone che hanno avuto nei suoi confronti gesti di insofferenza.