SALUGGIA E TORRAZZA

Enrica, Dorian e Tommaso accolgono una famiglia scappata dalla guerra

Un gesto di grande amore: i due ragazzi hanno già iniziato a frequentare la scuola media.

Enrica, Dorian e Tommaso accolgono una famiglia scappata dalla guerra
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Enrica Scirelli e Dorian Ceretto insieme a loro figlio Tommaso da due settimane ospitano una famiglia scappata dalla Guerra in Ucraina. Una famiglia che sin dal primo bombardamento aveva dimostrato la sua grande solidarietà facendo partire una raccolta di generi di prima necessità, dagli alimenti alle coperte non solo a Saluggia, ma in tutto il territorio circostante. Tant’è che, insieme ad altri volontari, hanno consegnato moltissimi pacchi al Sermig.

Enrica, Dorian e Tommaso accolgono una famiglia scappata dalla guerra

Poi, la decisione di accogliere una famiglia. Ed ecco che hanno incontrato Olha 41 anni, Narina 15 anni e David 14 anni da Kharkov. Tra le due famiglie è nato subito un legame speciale. Enrica e Dorian hanno deciso di ospitarli in un loro alloggio a Saluggia così da poter mantenere le loro tradizioni, i loro orari. Ma spesso sono insieme e la famiglia ucraina, che sogna di poter tornare alla vita pre guerra, li ringrazia spesso per questa grande opportunità.

Il racconto

Come mai avete deciso di ospitare una famiglia ucraina?

«Sinceramente appena abbiamo visto i servizi dei telegiornali con tutta quella gente che scappava dal suo paese io e mio marito ci siamo confrontati e ci siamo detti che bisognava aiutarli. Dopodiché ci siamo fatti la domanda “Cosa vorremmo se noi da un giorno all’altro dovessimo lasciare la nostra casa e il nostro paese?” La risposta è stata automatica: vorremmo sicuramente che qualcuno ci accogliesse e ci aiutasse a vivere. Abbiamo contattato mia suocera, che aveva un alloggio non affittato e lei ha subito acconsentito. Così ci siamo attivati subito sul portale che aveva aperto la Regione Piemonte per dare ospitalità a famiglie ucraine fuggite dalla guerra. Dopo qualche settimana, abbiamo capito che la situazione non si muoveva a livello istituzionale e cosi abbiamo messo annunci sui gruppi Facebook di profughi ucraini e abbiamo sparso la voce con persone che conoscevamo. A quel punto è arrivata la telefonata che c’era una famiglia in Piemonte che cercava una casa per vivere».

Com’è stato il primo incontro?

«Il primo incontro non lo scorderemo mai. Ci siamo recati a conoscere la famiglia in attesa che le utenze fossero attaccate. Appena abbiamo visto gli occhi di Olga, Narina e David abbiamo capito che stavamo facendo la cosa giusta. Allora ho messo su una rete di aiuti per poter avere tutto il necessario per l’appartamento che già era arredato, ma mancava di tutto il necessario per vivere. Dobbiamo dire che questo è stato possibile anche grazie ad un gruppo di amici che si è davvero prodigato per cercare quanto mancava, come cibo, vestiti, stoviglie».

Come si svolgerà la vita dei vostri ospiti?

«I ragazzi di 14 e 15 anni sono stati immediatamente iscritti alla Scuola Secondaria di primo grado di Saluggia, che peraltro dobbiamo ringraziare per l’ospitalità che ha dato ai ragazzi. La mamma per il momento passa la giornata a casa e a fare qualche passeggiata per Saluggia, in attesa che i documenti siano a posto e possa iniziare a lavorare. Noi li abbiamo inseriti nel nostro circuito di amicizie in modo da non farli sentire da soli. Le associazioni del territorio, tra cui Vita Tre, e l’assessore del Comune di Saluggia Adelangela Demaria si sono davvero resi disponibili per il cibo. Nel frattempo, anche la mamma è stata iscritta ad un corso di Italiano su Telegram dove ci saranno degli insegnanti ucraini che insegneranno l’italiano base. La mamma appena avrà il Permesso di Soggiorno cercherà lavoro perché in Ucraina era abituata a lavorare per mantenere la famiglia e ora vuole cercare di dare un futuro ai suoi figli».

Le parole della famiglia scappata dalla guerra

Un gesto di grande amore e solidarietà per questa famiglia che racconta quanto ha vissuto: «Non volevamo andarcene perché la strada era altrettanto pericolosa. Dovevamo attraversare tutta l’Ucraina da Est ad Ovest. Ci sono stati racconti secondo cui le auto scomparivano con le persone perché incontravano soldati russi per la strada. Avendo il coprifuoco, era necessario, avere il tempo di programmare il viaggio per non trovarsi lontano dalle città durante il coprifuoco. Il viaggio è stato lungo, 5 giorni, si viaggiava molto lentamente perché spesso nell’autostrada c’erano ingorghi. Appena arrivati nell’Ucraina Occidentale ci siamo sentiti molto stanchi e quando abbiamo attraversato il confine con la Romania avevamo paura perché non sapevamo cosa ci aspettasse. Ci sono stati molti pensieri sul fatto di far ritorno subito a casa. Molte persone erano sul confine e ci hanno preso per mano e portato in Romania. Appena arrivati ci hanno sistemato in hotel. Gli hotel erano pieni e sapevamo che entro una settimana saremmo dovuti andare via. Ho chiesto a diversi volontari di vari paesi e solo dall’Italia ci hanno risposto. Ci siamo messi su un autobus e siamo partiti. Arrivati in Italia ci hanno accolto in una stanza con tutto il necessario. Dopodiché abbiamo incontrato Enrica, Dorian e Tommaso e ci siamo davvero trovati benissimo. Sono persone incredibili e non incontriamo difficoltà. Ci sentiamo bene. Il pensiero è sempre a Kharkiv, la mia casa. Non vediamo l’ora che tutto finisca per poter tornare a casa mia e che Putin lasci in pace il mio popolo».

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