CHIVASSO

Esplode l’affaire «emodinamica»: manca la convenzione con il 118

I pazienti in emergenza dirottati a Ivrea, Ciriè o al San Giovanni Bosco

Esplode l’affaire «emodinamica»: manca la convenzione con il 118
Pubblicato:

Il problema della classe politica chivassese, oltre a quello di non esistere, è l’essere assolutamente succube delle (auto) celebrazioni. Tagli del nastro, inaugurazioni, passerelle, un compiacimento in scala industriale che molto spesso poi si dimentica di (o non ha interesse a) verificare se le cose vadano o meno come promesso. Nessuna critica, nessun controllo. Meglio stare in prima fila, sorridenti, con fotografo al seguito. E magari si fa carriera.

Esplode l’affaire «emodinamica»

E’ questo il caso dell’emodinamica dell’ospedale di Chivasso, un servizio fondamentale per il territorio ma che per funzionare come dovrebbe avrebbe bisogno (almeno) del doppio del personale. Il direttore del reparto di cardiologia, Claudio Moretti, fa quel che può, sempre più simile al Sottotenente Giovanni Drogo messo a guardia della Fortezza Bastiani in quella meraviglia letteraria de «Il deserto dei Tartari» di Dino Buzzati, autentica rappresentazione dell’abbandono in cui è lasciato il Servizio Sanitario Nazionale.
Sulla carta la cardiologia di Chivasso dovrebbe avere 14 cardiologi, in realtà ne ha 11. Per poter avere una emodinamica H24 servirebbero almeno altri due medici specializzati in cardiologia interventistica e per poter veramente «coprire» anche la città di Settimo il numero degli specialisti dovrebbe probabilmente arrivare a venti. Quindi, di cosa stiamo parlando?
Ora ci si concentra di nuovo su quel servizio (ripetiamo, fondamentale) perché la polemica legata alla mancanza di medici sulle ambulanze del 118 ha svelato un’altra questione, ovvero il non collegamento di Chivasso alla «Rete per il trattamento dell’infarto miocardico» con cui si interfacciano le ambulanze del 118 trasmettendo in tempo reale l’ECG del paziente.
«L’Emodinamica di Chivasso, da quando è stata aperta - spiega Moretti in una nota della direzione generale dell’Asl To4 - non rientra tra le strutture della rete emergenza infarto della Regione Piemonte, che comprende soltanto Emodinamiche aperte sull’intero arco delle 24 ore, sette giorni su sette (per l’ASL TO4 sono Ciriè e Ivrea). L’Emodinamica di Chivasso effettua interventi programmati e in urgenza, mentre le emergenze sono effettuate soltanto se la sala di Emodinamica è aperta e libera.
Nel 2023 presso l’Emodinamica di Chivasso sono state eseguite in totale 786 procedure, di cui 378 erano angioplastiche, elettive e urgenti, in pochi casi anche in emergenza per Infarto Miocardico Acuto (se la sala era aperta e libera in quel momento). La sala di Emodinamica viene impiegata due giorni alla settimana anche per impianto di pace maker e defibrillatori».
Gli infarti, per semplificare, si dividono in due categorie: STEMI (il quadro più grave, causato da ischemia miocardica acuta associata a necrosi a tutto spessore del miocardio, con innalzamento significativo degli indici di necrosi), la parte più piccola di tutti gli infarti per cui si aprono subito le porte dell’emodinamica, e NSTEMI (il quadro di infarto meno grave).
Ad esempio, se a Torino un paziente è a casa e ha dolore al torace, chiama il 112 che invia sul posto un’ambulanza: se l’elettrocardiogramma conferma un infarto STEMI viene inviato in una delle emodinamiche attive h24 nel più breve tempo possibile, mentre se è NSTEMI può andare ovunque.
Stando alle statistiche il 30% dei pazienti STEMI arriva in Pronto Soccorso autonomamente: se quell’ospedale ha emodinamica attiva lo tratta, se no lo trasferisce con quello che viene definito «trasporto secondario».
Su 100 casi, in media 30 vengono trattati e 70 trasferiti, ma la quantità di STEMI «prodotta dall’area» è molto più alta: la maggior parte degli STEMI va o al Giovanni Bosco o viene intercettata dall’ambulanza e trasferita a Ciriè o Ivrea, le due emodinamiche dell’AslTo4 aperte h24. Nei giorni feriali dalle 8 alle 20, mentre di notte e nei fine settimana il personale lavora in reperibilità con un tempo d’intervento di almeno trenta minuti.
Per i pazienti NSTEMI, invece, si procede con il ricovero e l’intervento può essere fatto anche il giorno dopo.
Inutile ricordare come la «Rete per il trattamento dell’infarto miocardico» sia di importanza fondamentale per il territorio, ma come detto a Chivasso manca il personale per poterla far funzionare.
Quando è partito il progetto era ben diverso, ma negli anni (da quando assessore regionale alla sanità era Antonio Saitta) è diventato carta straccia per dinamiche più politiche che pratiche.
Un cane che si morde la coda, anche perché non essendo h24 Chivasso è molto meno appetibile per quei medici che, di conseguenza, preferiscono andare altrove, senza considerare la drammatica carenza di posti letto nel reparto di cardiologia.
Nonostante gli sforzi di chi ci lavora (parte sanitaria) Chivasso non ha la dignità di un grande ospedale, e vede avvicinarsi sempre più quel futuro da grande Hospice di cui già abbiamo scritto.
E l’emodinamica? Chiuderà, come è già avvenuto per alcuni reparti in passato (e avverrà per altri in futuro).

Seguici sui nostri canali