Ex Convento, la rinascita
Le prime immagini di come sarà la struttura di via del Collegio. Al centro della piazza una fontana di Nino Ventura

Dopo anni e anni di abbandono, nei giorni scorsi è partito ufficialmente il cantiere per il recupero e la valorizzazione dell’Ex Convento di San Bernardino di via del Collegio (dal 2006 una ferita aperta nel cuore di Chivasso), complesso monumentale di pregio che tornerà a nuova vita grazie a un articolato progetto di restauro e riqualificazione funzionale.
Ex Convento, la rinascita
I lavori, già avviati, si concluderanno entro l’estate 2026, consegnando alla città una residenza d’eccellenza integrata con spazi per studi professionali, in un contesto di altissimo valore architettonico, culturale e artistico.
Il progetto, sostenuto da un pool di professionisti e messo sul mercato da Matteo Cassin, responsabile per Torino e provincia per il gruppo Quimmo Agency, prevede una trasformazione rispettosa della storia e della struttura originale, con destinazioni d’uso miste: unità residenziali di prestigio, locali per attività professionali e spazi condominiali di grande fascino.
Già molte le prenotazioni confermate, tra appartamenti e uffici: tra i nomi dei primi acquirenti, quello di un importante notaio.
Il cuore artistico del nuovo complesso sarà firmato dallo scultore chivassese Nino Ventura, che realizzerà due installazioni permanenti: «Da qui comincia il Mare», gruppo scultoreo in bronzo con fontana, posizionato nel chiostro che si affaccia su via del Collegio, e «Rinascita», un grande uovo in marmo di Carrara (che simboleggia la nuova vita dell’edificio) nel giardino interno dal lato di piazza d’Armi. Le opere, ricche di suggestioni simboliche, trasformeranno gli spazi comuni in luoghi di contemplazione e bellezza, contribuendo al valore culturale dell’intervento.
Una storia travagliata
Quella dell’Ex Convento di San Bernardino è, come detto, una ferita aperta nel cuore della città. Tutto ha inizio nel 2002 (in piena corsa per i Giochi Olimpici Invernali Torino 2006), con la discesa in campo di Mario Bonardo e Giuliana Gaglia: il loro obiettivo, realizzare un hotel a 5 stelle con tanto di centro benessere.
Nel 2004 partono i lavori nell’antico stabile che ospitava le aule dell’Istituto San Giuseppe (con l’acquisto anche del vicino edificio della Locanda del Sole), ma nel 2005 i lavori sono a rilento: le Olimpiadi sono sempre più vicine, e nel cantiere gli operai sempre meno. Nell’aprile del 2006 inizia il crollo, e una dopo l’altra falliscono le aziende di famiglia legate alla costruzione dell'hotel: Smeg e Compagnia di San Bernardino.
Iniziano le aste, con prezzi sempre più bassi, fino a quando nel febbraio del 2011 le chiavi passano all'Immobiliare Sant'Andrea della famiglia Caramellino, di Casalborgone.
Un nuovo buco nell’acqua, che dopo una serie di intoppi burocratici ha portato ad un nuovo fallimento, a nuove aste e all’acquisizione, nel settembre del 2022, per una cifra vicina alla base d’asta di 553 mila 125 euro.
Non l’affare del secolo, ma quasi.
Resta da chiare come sarà gestita la chiesa inserita nel complesso immobiliare, impreziosita da affreschi della scuola di Raffaello Sanzio: tra le voci che si rincorrono quella che la vorrebbe sede di un ristorante (magari stellato).