Fuochi d'artificio pagati dal Comune: la critica di Riva Cambrino
Quest'anno la Pro Loco non organizza la manifestazione

"Fuochi d'artificio e fumo politico". Il socialista Marco Riva Cambrino espone la sua riflessione sulla festa Patronale di Chivasso 2025.
Fuochi d'artificio pagati dal Comune
Il socialista Marco Riva Cambrino espone la sua riflessione sulla festa Patronale di Chivasso 2025 che si svolgerà negli ultimi giorni del mese di agosto:
Anche quest’anno, la festa patronale di Chivasso si chiude con uno spettacolo pirotecnico. Ma a differenza degli anni passati, questa volta l’organizzazione non è affidata alla Pro Loco L’Agricola: è l’Amministrazione comunale in prima persona a curare l’intero programma. E dunque, è su di essa che ricadono pienamente le scelte politiche, culturali ed economiche che lo compongono.
È importante chiarire un punto: i Comuni non possono vietare o limitare in modo generalizzato l’uso dei fuochi d'artificio, trattandosi di una materia regolata a livello statale. Tuttavia, quando è il Comune stesso a organizzare un evento pubblico, come nel caso della festa patronale 2025, può – anzi, dovrebbe – fare delle scelte coerenti con i valori che proclama di rappresentare: la tutela dell’ambiente, il benessere animale, l’attenzione alla salute pubblica.
Così non è stato. L’Amministrazione ha scelto la strada della continuità, l’incapacità di rompere con l’inerzia del già fatto. Ha deciso che anche quest’anno i soldi pubblici sarebbero stati spesi per qualche minuto di fuochi artificiali: uno spettacolo rumoroso, inquinante, traumatico per gli animali e per alcune categorie fragili di cittadini. Eppure, aveva la piena facoltà di intervenire sul programma per dare un segnale politico e culturale, una visione alternativa e più responsabile.
Altrove, molti Comuni stanno dimostrando che un’altra strada è possibile:
Bergamo ha scelto spettacoli a basso impatto acustico e luminoso, sostituendo i fuochi con giochi di luci e videomapping.
Castenaso (BO) ha abolito i fuochi artificiali in occasione di eventi pubblici per tutelare persone fragili e animali.
Firenze, durante alcune manifestazioni, ha optato per installazioni artistiche luminose e performance musicali interattive.
Roma Capitale, con il suo nuovo Regolamento per il benessere degli animali, promuove l’utilizzo di fuochi silenziosi e limita l’uso di quelli tradizionali in molte aree urbane.
Non si tratta di essere contro le tradizioni, ma di reinterpretarle alla luce del presente, delle conoscenze scientifiche, del senso di responsabilità che chi amministra una comunità dovrebbe avere.
La domanda allora è: che idea di comunità ha questa Amministrazione? Che visione del futuro propone, se non riesce neppure a rimettere in discussione un’abitudine dannosa, superata, sostituibile? E soprattutto: a cosa servono le dichiarazioni su ambiente, salute, animali, se poi ogni occasione utile a renderle concrete viene sprecata nel nome dell’inerzia?
La politica non è solo gestione dell’esistente: è anche, e soprattutto, capacità di immaginare alternative, rompere le abitudini, generare cultura. Ma forse è proprio questo, a Chivasso, che manca più dei fuochi d’artificio: una direzione chiara, un’idea forte, il coraggio di scegliere.