lutto

Ginevra ora balla con gli angeli, l'omelia di don Davide

In centinaia martedì hanno voluto accompagnarla nel suo ultimo viaggio. 

Ginevra ora balla con gli angeli, l'omelia di don Davide
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Ginevra Demedici ora balla con gli angeli, l'omelia di don Davide. Una tragedia, la scomparsa della giovane studentessa chivassese che ha lasciato sotto choc l'intero territorio. In centinaia martedì hanno voluto accompagnarla nel suo ultimo viaggio.

Ginevra ora balla con gli angeli

Si è spenta nel primo pomeriggio di domenica 21 novembre 2021 la splendida Ginevra Demedici, la studentessa chivassese dell'Istituto Superiore Piero Martinetti di Caluso. Aveva solo 17 anni ma un terribile male l'ha strappata all'affetto dei suoi cari.

E martedì scorso si sono svolti i funerali in Duomo a Chivasso dove erano presenti centinaia di persone.

L'omelia di don Davide

Don Davide durante il rito ha recitato una splendida omelia in ricordo di questo giovane angelo:

Cara Ginevra, inizio con queste classiche e semplici parole le riflessioni che con animo devastato ho scritto per porgerti il saluto cristiano.
Ho pregato tanto in questi giorni, cercando le parole giuste per parlare, qui in Duomo, alla tua famiglia e alla città sconvolta dal dolore.
Allora ho pensato di scrivere a te le paure e le speranze che ho raccolto. Le consegno a te, che sei già arrivata in cielo dal Padre Celeste.
Riflessioni. Credo che siamo passati tutti davanti alla tua bara, e rimasti attoniti e sconcertati. Cosa è potuto accadere a una ragazza che sprizzava forza e bellezza. Dov’era Dio in quel momento di dolore in cui sei passata dalla salute alla malattia? Dio sta piangendo con noi.
Sono angosciato e ho timore ad usare altre parole. La vita ha custodito la tua grandezza e forza ma ha trovato spazi di fragilità nella tua carne, seminando il dolore e la morte. Altre parole cosa possono mai significare davanti a una bara...
Siamo tutti impotenti, credenti e non credenti. Io prete e voi laici, tutti impotenti davanti alla morte ma potenti nella solidarietà.
Fiori, parole, abbracci e carezze per trasmettere un piccolo segno del grande dono che sei stata per noi.
Domande. Sono tante, riassunte nello straziante “perché”. Cosa dobbiamo fare ora, come prosegue la nostra vita. Non ci sono risposte ma permettici di affidarci alla fede. Spero che tu possa contemplare un volto al quale speriamo di giungere tutti e davanti al quale possiamo ritrovarci un giorno. Quel Dio che in questi giorni ha pianto con noi. Lo stesso Dio che ha accompagnato e subito il dolore della croce del figlio ti sorride e ti abbraccia.
Nelle Scritture la parola che ricorre più di tutte è amore. Da uomo, da prete e da credente credo che il tuo testamento spirituale sia l’amore per gli altri. E nemmeno la morte canta vittoria sul dolore, anzi ne esce sconfitta. Gesù ha così tanto amato che è risorto.
L’amore non sta in una tomba, ma ha passi di vento Mi colpisce il presente.
Tu hai amato tanto Ginevra, aiutaci a vivere questo tuo testamento profondamente umano, profondamente spirituale
Le paure. Dobbiamo dircelo. Della morte abbiamo paura. Come del dolore e della solitudine. Ma anche qui, mi viene in soccorso quella croce sospesa sopra l'altare.
L’amore di Dio, l’amore tra fratelli, l’amore che si dona ci accompagna e ci può sorprendere. Mi consola leggere che anche Gesù ha avuto paura. Per uno come me, bisognoso di avere oggi conferme da Dio alle domande più intime e profonde, la preoccupazione che abita Gesù nel suo avvicinarsi alla croce me lo fa sentire più umano, più compagno di viaggio, solidale, piangente con noi, con i tuoi genitori, le tue sorelle, i nonni, i parenti... Davanti alla morte non si vergogna e dice ai suoi “ora l’anima mia è turbata”.
Mentre scrivo a te penso ai giovani che sono qui oggi, che sono venuti a salutarti, a portarti fiori... dico a noi tutti: lasciamoci trovare dal Signore, lasciamoci consolare nel dolore, lui conosce ed ha provato il dolore, ha parole buone per noi oggi.
Speranze. Nessuna morte, seppur crudele, è vana. . La
certezza è che un giorno ci ritroveremo e quel giorno potremo raccontarti del testamento di bene e di amore che, in tua memoria, abbiamo cercato di vivere.
Grazie cara Ginevra, buon viaggio nelle braccia del Padre. Porta con te il nostro volto, i nostri nomi e da lassù guidaci perché possiamo generare vita e amore come hai fatto tu, perché possiamo imparare nuovamente a consegnarci a Dio Padre che ama e non vuole perdere nessuno dei suoi figli.
Ginevra, a tutti hai regalato il tuo sorriso che ora è ricambiato nei cieli. Fa che possiamo sempre sorridere alla vita, alle persone, al mondo.
Ti benediciamo, e tu da lassù benedici i nostri passi. Il nostro saluto allora non è un addio, è un arrivederci per camminare un giorno insieme nella carità eterna».

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