Giubileo dei Giovani, un bagno di fede
Esperienza straordinaria per i ragazzi seguite da don Gianpiero Valerio, a Roma nei giorni dell’addio a Papa Francesco

«Attraversiamo la Porta Santa, verso un mondo di pace e di speranza... Pellegrini di speranza uniti nella fede, condividiamo il pane e la nostra sete».
Queste le parole dell’inno del «Giubileo dei fanciulli», tanto cantato e preparato nei mesi precedenti al «Giubileo degli adolescenti» dai ragazzi e gli animatori delle comunità della Madonna del Santo Rosario, Torrazza, Borgoregio e Torassi coinvolte nel pellegrinaggio fortemente voluto da don Gianpiero Valerio.
Giubileo dei Giovani, un bagno di fede
«Tali parole - spiegano i referenti - hanno preso forma e concretezza durante questi tre giorni a Roma (dal 25 al 27 aprile) che hanno visto coinvolti i giovani delle parrocchie presiedute da don Gianpiero uniti alla Pastorale giovanile di Ivrea, per un totale di oltre 300 ragazzi. Giornate intense: la fatica non è mancata, ma la bellezza di vivere momenti pieni della presenza viva del Signore ha colmato i cuori di gioia.
Il vivere e respirare questa grande unità di fede, vedere sciame di adolescenti nelle piazze romane, sazia quella sete di verità che spesso i giovani di oggi ricercano e in mezzo a tante alternative che il mondo offre. Questi giovani hanno detto sì: si al cammino, sì alla sfida, sì alla speranza, sì alla fiducia in colui che ci ama. Il Signore è questo sì.
Anche vivere le celebrazioni della salita al cielo di Papa Francesco, ha fatto calare i giovani in un contesto ancora più solenne: il ricordo delle sue Parole, della sua grande umiltà e della sua infinita misericordia restano segno concreto delle frasi risuonate durante la seconda lettura del vangelo del 2 aprile: “Ero morto, ma ora vivo per sempre”. Sì, perché Papa Francesco vivrà nei cuori di questi ragazzi e della comunità nella misura in cui, ci si avvicina ai valori trasferiti dal Papa e da Gesù lungo il cammino testimoniando con i fatti ciò a cui crediamo.
Al termine di ogni Pellegrinaggio qualcosa cambia dentro i partecipanti: uno sguardo nuovo, consapevoli che la pace vera viene da Dio, consapevoli che nella sua gioia il Risorto ci dona la forza di fare passi senza limiti, di costruire fiduciosi il futuro perché in ogni ragazzo c’è un grande progetto a cui Dio chiama, consapevoli che insieme si cammina in modo migliore. Ogni fatica è condivisa così come ogni gioia, consapevoli che il passaggio “dalla Porta Santa” è un risvegliare il senso del perdono. Così come i discepoli, ricevendo l’effusione dello Spirito, sono rinnovati e innestati in Cristo. Questo Giubileo giovani è stato una nuova discesa dell’amore di Dio su tutti i battezzati presenti, innestando e ravvivando quello a cui si è chiamati: annunciare la gioia, annunciare l’amore di Dio in terra, annunciare la grandezza del Perdono. Possiamo concludere con il dire che questo Anno Giubilare cancella ogni incredulità umana, ogni incredulità di chi non riesce a fidarsi, ogni dubbio, ma mette certezza di essere amato. Dona un nome a questo amore... e quel nome è Gesù. Ecco che questo amore è divenuto esperienza, è diventato un fatto vissuto da tutti i giovani coinvolti nel pellegrinaggio lasciando viva la speranza e il desiderio di un mondo di PACE».