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Il Calamandrei piange il prof. Massola

Insegnante di lettere e storia, ha ricoperto anche il ruolo di vicepreside. E’ stato un punto di riferimento per l’Istituto

Il Calamandrei piange il prof. Massola
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I suoi studenti erano la sua seconda famiglia. Quei ragazzi e ragazze che sabato mattina hanno preso parte alla cerimonia al Tempio crematorio di Asti per salutarlo, per accompagnarlo nel suo ultimo viaggio, erano quel mondo a cui ha dedicato tutta la sua vita professionale.

Il Calamandrei piange il prof. Massola

Giorgio Massola, o come meglio lo chiamavano tutti il prof. Massola, si è spento all’età di 69 anni, a soli cinque anni dalla pensione, lasciando un grande vuoto nella sua famiglia, nella moglie Paola e nella figlia Eloisa con il marito Paolo e la piccola Maya, ma anche in tutta la grande famiglia del Calamandrei. Massola era un’istituzione alla Ragioneria, un insegnante che, anche se non era della propria classe, lo si conosceva. Lui, che aveva sempre il sorriso sulle labbra e la battuta pronta. Massola, con la sua barba bianca e la pipa. Amava talmente le materie letterarie che, anche agli studenti più appassionati alle materie scientifiche, riusciva a farli interessare come ricorda la sua collega

I tanti ricordi

Federica Pegorin Steccherino che proprio durante il tirocinio passivo aveva vissuto molte lezioni in classe al suo fianco: « Era preparatissimo sulle sue materie, era bravissimo nello trasmettere i messaggi. Io ricordo che aveva tenuto delle lezioni sulla Divina Commedia: quelle lezioni le porto nel cuore, erano state bellissime, appassionanti, meravigliose. Lui non aveva il libro davanti, i suoi alunni prendevano appunti. Le lezioni erano così belle, con le sue citazioni che credo sia una delle lezioni più belle di Dante alle quali ho assistito. Mi sono rimaste impresse. Era un insegnante che appassionava i suoi alunni erano tutti attenti e concentrati, sapeva fare bene il suo mestiere».

«Quando ripenso a Giorgio, a quello che è stato per me nella mia vita, la prima cosa che mi nasce dentro è un profondo senso di gratitudine per quello che mi ha insegnato ma soprattutto per come me lo ha insegnato. Citando il suo amato Gaber, del nostro caro Prof. Massola si può dire che era sicuramente: “Uno di onesti sentimenti”, che forte dei suoi principi etici insegnava dalla sua prospettiva senza imporre la sua visione. Andavo a trovarlo una volta all’anno: dicevo sempre che era il mio Pellegrinaggio annuale per ritrovare la ragione. Ogni volta che passavo del tempo con lui era come reimmergersi nella sapienza. Mi mancherà moltissimo… sicuramente il mondo sarà un po’ più povero senza una persona come lui. Forse spetta a noi che abbiamo avuto il privilegio di conoscerlo portare avanti quello che abbiamo imparato da lui!?» ricorda Matteo Bollo, ex studente.

Così anche alcuni ex allievi: «A Giorgio. Caro Professore, ci addolora tanto sapere della sua dipartita per ciò che è stato per noi. A volte un po' burbero e a volte molto ironico e vicino ai giovani, è stato un insegnante coi fiocchi; lo è stato talmente tanto che, pur essendo noi alunni un po' vivaci di natura, quando entrava in classe non c'era bisogno di chiedere il silenzio, di salutarla o di portare rispetto. E sa come faceva Prof? Bastava che iniziasse a spiegare con la sua grande passione le sue materie: l'Italiano e la Storia. Sembrava che raccontasse delle favole alla classe talmente erano perfette le sue spiegazioni, con tutti noi che pendevamo dalle sue labbra e prendevamo appunto di ogni suo insegnamento talmente era prezioso. Come lei sa bene nei racconti ci sono tanti personaggi e nella nostra vita, di cui ognuno di noi è protagonista, lei è stato per tutti quel personaggio che ci ha reso gli adulti che siamo, trasmettendoci la sua passione e la sua conoscenza e lasciandoci viaggiare con l'immaginazione e i nostri ideali. Ciliegina sulla torta davvero importante: è riuscito a far riprendere gli studi ad alcuni suoi alunni e si sa, per un insegnante è una nota di merito degna della carriera ineccepibile da lei avuta. È un grande mentore e sarà per sempre in ognuno di noi. Arrivederci Prof.». «Ricordo Giorgio, una persona speciale che ha accompagnato i 20 anni al Calamandrei. - scrive l’ex insegnante Marilena Vittone - Capace di dare consigli e idee per migliorare il rapporto con i ragazzi. Ricordo le discussioni sulla storia e i suoi interessi. Siamo andati in pensione settembre 2018 insieme con un po' di rimpianto, ma anche tanti sogni per il futuro. Mi spiace tanto, resterà sempre nel cuore».

«Con lui avevo creato anche un rapporto di collaborazione con Amporium. Con lui abbiamo fatto delle presentazione legate all’uomo medioevale, alla Via Francigena, pellegrini. Lui aveva collaborato ad una nostra pubblicazione. Il suo contributo era stato bellissimo. Aveva fatto qualche camminata con noi. L’incontro con Massola è stato bellissimo. Lui era sempre disponibile. È stato un incontro importantissimo nella mia vita. È una di quelle persone che incontri e ti fanno capire molto di quello che andrai a fare perché da insegnante certi messaggi mi erano arrivati forti e chiari e ho cercato di farli diventare il mio modo di insegnare. Era un uomo meraviglioso per me. Ai suoi alunni, quando parlavano di lui, gli brillavano gli occhi» ricorda ancora Federica che in lui individuava l’accoglienza. Tant’è che Massola per anni è stato vicepreside.

Il ricordo della figlia Eloisa

Eloisa, figlia di Giorgio, è anche lei insegnante di Lettere, e ha insegnato anche lei al Calamandrei. E lei, proprio nella sera dell’addio, lo ricorda: «Io e il mio papà siamo molto simili, su alcune cose identici e molto diversi su altre. Però io lo adoravo sin da piccola. Ho sempre avuto un rapporto molto viscerale con lui.
La partecipazione degli ex alunni a questa cerimonia è stata molto toccante, bellissima. Tantissimi ragazzi, più o meno giovani. Tanti mi hanno dicevano che erano stati allievi del mio papà. Per me è stato commovente perché il ricordo che ho io del mio papà insegnante è che andavo con lui al Calamandrei e io facevo i compiti. Mi ha trasmesso la passione per l’insegnamento sicuramente ed è stato un insegnante amatissimo oltre che un papà amatissimo. Non posso dire altro che è stato un grande papà e che ho imparato tantissime cose da lui. Soprattutto mi ha trasmesso la passione per ciò che si fa, non solo per il lavoro intellettuale ma proprio per ciò che si fa perché lui aveva tanti hobby: era un appassionato di storia medioevale, leggeva e studiava. Si era appassionato al tema della Via Francigena e aveva scritto articoli e pubblicazioni. Ma al di là della passione per la cultura e lo studio, lui aveva l’hobby del giardinaggio e dei fiori, costruire presepi. Aveva una manualità incredibile. Amava la fotografia. Gli acquari. Lui metteva sempre passione e cura. Ciò che faceva, lo faceva con il cuore. E io gliene sono grata e lui lascia un grande vuoto. Da lui ho imparato che bisogna sempre metterci il cuore. Voglio ringraziare tutti coloro che sono intervenuti e mi hanno contattato».

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