CHIVASSO

Il Campo Pastore alla squadra del Pd ma le polemiche non si fermano

Serlenga attacca l’amministrazione dopo l’affidamento

Il Campo Pastore alla squadra del Pd ma le polemiche non si fermano
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Come annunciato (e come ampiamente prevedibile visti gli sforzi delle parti in causa) il campo sportivo «Ettore Pastore» di viale Matteotti è stato affidato per i prossimi cinque anni all’URS La Chivasso di Eugenio Giraulo e Massimo Corcione. Una società di nuova formazione e profondamente legata al Pd locale, partito che appoggia il sindaco Claudio Castello: Corcione è infatti il segretario cittadino del Partito Democratico, e nel direttivo del La Chivasso siedono altri esponenti Dem.

Il Campo Pastore... ancora polemiche non si fermano

Sfrattato dal «Pastore» pochi mesi fa, e «bocciato» al primo bando per appena 0.05 punti, il presidente del Chivasso Calcio Emmanuele Serlenga coglie l’occasione per togliersi qualche sassolino dalle scarpe:

«In primis - spiega - voglio ricordare che è stata la nostra società a riportare il calcio a Chivasso due anni fa e a mantenerlo, sviluppando la nostra idea di sport come veicolo di inclusione sociale e di aggregazione.

In questi due anni dal Comune di Chivasso non abbiamo ricevuto alcun tipo di aiuto, né economico (che pure non abbiamo mai chiesto facendo tutto da soli) né logistico, e nemmeno, onestamente, ne abbiamo mai sentito alcun tipo di vicinanza.

Lo scorso anno il Comune ha indetto un bando particolarmente oneroso per chi l'avesse vinto, cioè noi. Ciò nonostante non ci siamo tirati indietro, confidando che le nostre conoscenze professionali ci avrebbero consentito di accedere a bandi e finanziamenti pubblici in grado di aiutarci.

Il Governo Meloni ha poi cambiato le regole, abrogando gran parte dei finanziamenti previsti per le opere edilizie, ma il Comune non ci ha consentito di assorbire il colpo, mandandoci via lo scorso maggio senza fare complimenti.

Peraltro già il successivo mese di giugno abbiamo proposto un'istanza in autotutela chiedendo al Comune di ripensarci proprio sulla base della funzione sociale della nostra attività, ma ci è stato risposto picche.

Poi, d'un tratto, nel mese di ottobre, il Comune ha indetto un nuovo bando prevedendo sostanzialmente come unico requisito quella funzione sociale che noi ci eravamo offerti di garantire già a giugno: quindi forse un po’ di ragione l’avevamo.

Nel mentre c'era stato un altro bando, dove, nonostante un progetto ambizioso, siamo stati bocciati per appena cinque centesimi (59,95 su 60) comunque quasi il doppio della squadra che poi si è aggiudicata il bando successivo.

Anche in quest’ultimo bando avevamo dimostrato di avere messo in piedi collaborazioni importanti con realtà locali attive sul fronte dell'inclusione sociale e della disabilità, principi che abbiamo sempre avuto nel nostro Dna, tanto da annoverare, in collaborazione con l’Asl, una squadra per i disabili.

Ciò nondimeno il Comune non ci ha ritenuti degni nemmeno di una coabitazione con l’altra squadra di Chivasso, alla quale saremmo stati certamente disponibili.

Non abbiano poi capito perché in quest’ultimo bando l’avere la disponibilità di altri campi sia stata considerata una penalizzazione: come abbiamo fatto noi, anche altre realtà avrebbero potuto attrezzarsi.

Proseguiremo ora la nostra attività a Rondissone, dove abbiamo instaurato un buon rapporto con la Giunta guidata dal sindaco Antonio Magnone.

Resta l’amaro in bocca lasciato dall’amministrazione chivassese che avrebbe potuto unire, come dovrebbe essere nello sport, invece ha preferito dividere».

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