CRESCENTINO

Il Comune paga il progetto per l’Ospedale di comunità

Il primo cittadino Vittorio Ferrero annuncia anche lo spostamento dei servizi dall’Infermeria.

Il Comune paga il progetto per l’Ospedale di comunità
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L’Ospedale di comunità non sarà una delle tante promesse che i politici fanno. Almeno non sarà così per l’Ospedale di comunità che ha visto l’Amministrazione comunale guidata dal sindaco Vittorio Ferrero immediatamente muoversi per ottenere i finanziamenti necessari, quei fondi necessari per dare un giusto futuro all’ex casa Suore della Carità. Quel bene per ora utilizzato solo in parte per alcuni servizi, tra cui il centro d’incontro «Lidia Fontana».

Il Comune paga il progetto per l’Ospedale di comunità

E di denaro ne investe anche il Comune di Crescentino come spiega lo stesso sindaco Ferrero: «D’intesa con l’Asl To4 abbiamo deciso di dare incarico ad uno studio di professionisti di Torino per la realizzazione di uno studio di fattibilità tecnico economico visto che noi avevamo una somma di denaro vincolata a questo immobile mai utilizzato. Si tratta di 38 mila euro».

Una scelta importante, presa in accordo con l’azienda sanitaria.

Intervento importante

«Si tratta di un primo progetto necessario per procedere poi con gli step successivi - continua Ferrero - Si tratta di un immobile di circa 1100 metri quadrati. Qui abbiamo intenzione di trasferire tutti i servizi socio sanitari presenti in città. Penso al Cup, agli ambulatori e così anche al centro prelievi presenti nell’immobile della Fondazione Santo Spirito Borla (l’Infermeria) così da liberare quei locali che torneranno dunque nelle disponibilità della Casa di Riposo.

Con un primo progetto in mano inoltre si potrà anche aprire un dialogo con i medici di base del territorio per farli convergere in questa nuova struttura. Così mi viene da pensare anche ai servizi del Ciss. Insomma, con un progetto iniziale sarà molto più semplice pianificare il futuro sanitario della nostra città perché sì che all’interno di questo ospedale dovranno esserci 20 posti letto per la media degenza (cioè coloro che sono stati dimessi dall’ospedale ma non possono ancora tornare a casa) ma vogliamo anche che ci siano i servizi come quelli ambulatoriali anche se la nostra Casa della Salute di riferimento sarà poi Cavagnolo».

Insomma, Ferrero pensa in grande, vuole che la sua città possa avere tutti i servizi socio sanitari in un unico polo così da rendere anche più semplice la «vita» alle persone che hanno necessità in questo settore, che non debbano fare la spola tra vari uffici e ambulatori. Un progetto importante che il sindaco segue in prima persona.

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