SALUGGIA

Il Gemellaggio ha chiuso

Il presidente Pozzi: «Con Farinelli e Demaria non abbiamo ottimi rapporti»,

Il Gemellaggio ha chiuso
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L’associazione Comitato gemellaggio «Luigi Carlo Farini» di Saluggia ha ufficialmente cessato la propria attività.

Il Gemellaggio ha chiuso

E’ la serata di venerdì 1 luglio quando il direttivo si presenta all’assemblea con le dimissioni. Dal presidente Franco Pozzi ai consiglieri, tutti hanno deciso di lasciare. Dimissioni irrevocabili si legge. E tra i presenti, iscritti al sodalizio, nessuno ha deciso di candidarsi, di continuare l’operato di questa associazione nata nel 2016. Una decisione che naturalmente il comitato ha comunicato, attraverso una lettera indirizzata, all’amministrazione Farinelli.

I motivi

A spiegare le ragioni di questo gesto è stato proprio il presidente Franco Pozzi:

«Questo discorso merita una premessa iniziale. Dopo aver costituito il gemellaggio nel 1995, è stata creata la figura del Comitato nominato dal sindaco che incontrava quest’ultimo quando c’erano delle decisioni da prendere effettuare delle scelte. Ed è andata avanti così fino al 2015, ci avvalevamo come braccio operativo dell’associazione Vita Tre che faceva un po’ da collegamento tra noi e il Comune. All’inizio 2016, però, abbiamo deciso di strutturarci come d’altronde era accaduto nelle altre città con noi gemellate. Abbiamo così creato l’associazione Comitato gemellaggio, con un proprio Statuto.

In questi anni di attività abbiamo portato avanti progetti molto importanti, i principali sono stati la brochure su Saluggia per illustrare il paese a chi veniva da fuori, il viaggio a piedi di Marco Leone da Saluggia a Rossi di Romagna, quel cammino denominato Via delle terre d’acqua che è stato inserito tra i cammini della regione Emilia-Romagna e poi la grande collaborazione con le scuole del territorio: abbiamo intrapreso dei rapporti con la primaria e la media. Con la prima abbiamo svolto delle lezioni dove abbiamo spiegato agli studenti il nome delle vie prendendo spunto proprio dal libro su Saluggia. Con i secondi invece abbiamo affrontato un percorso per conoscere il territorio anche attraverso l Ovest Sesia e i nostri artigiani. Naturalmente non sono mancate le manifestazioni gastronomiche.

Tutto questo però non ci ha fatto cambiare opinione e il perché è molto semplice. Negli ultimi due o tre anni sia con quello che era il vice sindaco (oggi il sindaco Libero Farinelli) sia con la loro assessore alla cultura (oggi vicesindaco Adelangela Demaria) non abbiamo avuto ottimi rapporti. Quando chiedevamo qualcosa un po’ al di fuori dell’ordinario, come festeggiare i 150 cinquant’anni del Farini (evento che aveva trovato già il via libera del’Ovest Sesia,) il Comune invece ha deciso di non farla. Quando sono stati invitati per festeggiare il 25esimo anniversario del gemellaggio, loro non si sono presentati. Rapporti che si sono inclinati per il fatto che noi volevamo promuovere il ritorno della festa di San Bonaventura.

Anche nell’ultima riunione, quella pre elettorale, ci siamo scontrati perché alla domanda di giudicare il loro operato noi abbiamo risposto negativamente. Aldilà di questo, era tempo che dovevamo rinnovare il nostro direttivo perché tre dei membri hanno un’età media di 83 anni mentre gli altri 75. Abbiamo così chiesto un ricambio generazionale ma non ci sono stati giovani che hanno deciso di prendere il nostro posto. Noi, che ormai siamo stanchi, più il fatto che Farinelli è stato eletto sindaco e subito dopo Demaria vicesindaco, ci ha convinto dare le dimissioni. Nell’assemblea di luglio con le nostre dimissioni irrevocabili, nessun altro si è fatto avanti. Dunque nello Statuto c’è un articolo in cui si dice che si può cessare l’attività, e noi l’abbiamo fatto e nello stesso articolo c’è scritto che si può devolvere l’ammontare che c’è nelle casse dell’associazione ad altre associazioni che lavorano nel mondo del volontariato.

E così abbiamo deciso di destinare il nostro avanzo alla Famija Salugiina, agli Amici degli animali, alla Pro Loco di Sant’Antonino e al gruppo ragazzi di Sant’Antonino».

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