CHIVASSO

Il Polo della discordia

Battibecco sull’ex Lancia tra gli ambientalisti e l’assessore Debernardi. Che nel 2019, lì voleva un bosco

Il Polo della discordia
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«Non sono un esperto, ma un'area di questo tipo meriterebbe di essere custodita come un prezioso forziere. In Chivasso le zone simili sono poche, c'è qualcosa lungo l'asta del Po, ma non si tratta di zone così adatte alla piccola fauna selvatica».
Era il febbraio del 2019 quando, commentando l’ipotesi (poco più che una boutade) della realizzazione di una pista per le moto su quella (abbandonata) dell’ex Lancia, Fabrizio Debernardi (all’epoca ambientalista e voce storica della sinistra chivassese) bocciava sonoramente il progetto con motivazioni di assoluto rispetto dell’ambiente.

Il Polo della discordia

«Questo angolo - aveva aggiunto - a dispetto dell'industria pesante e del commercio di massa, ha resistito finora indisturbato e sarebbe bello che cosi continuasse ad essere. Un piccolo patrimonio di biodiversità in città, non già da vivere come parco pubblico, ma proprio come scrigno naturalistico.
Sarebbe interessante capire il suo valore in termini di fauna e flora, magari con uno studio specifico.
Valorizzarlo come dovuto e preservarlo nel migliore dei modi, perché quel posto è un presidio "sanitario" per tutti quanti.
Sono sicuro che anche Pecco Bagnaia, il famoso campione motociclistico chivassese, venendone a conoscenza, sarebbe d'accordo, d'altronde le piste per correre certo non gli mancano comunque.
Così come sono sicuro che l'Amministrazione attuale possa muoversi efficacemente per ottenere questo traguardo, di un'area naturalistica di rilievo a due passi dal centro cittadino».

Sono passati meno di quattro anni da allora, e l’oggi assessore Debernardi sembra aver dimenticato tutte le sue «buone intenzioni» polemizzando con gli ambientalisti del comitato Vivi Chivasso, guidato da Ugo Franchi e Orazio Toscano, proprio sul polo logistico che dovrebbe sorgere all’ex Lancia.
Commentando sui social la notizia della messa in vendita, sulla carta, dei lotti del Polo, Debernardi ha infatti dichiarato, rispondendo a Toscano, «Sa meglio di me che quel terreno non era agricolo, anzi era asfaltato ed era la pista di collaudo della Lancia». In meno di quattro anni, quindi, l’area si è trasformata da «prezioso forziere» a terreno asfaltato senza pregio e valore.

«Con l’insediamento di un Polo Logistico - spiegano Franchi e Toscano - avremo un impatto ambientale notevole, inquinamento acustico e atmosferico, come da relazione dell’Arpa. E tutti i camion in arrivo dall’autostrada che, stando all’ipotesi della nuova viabilità a servizio del Polo, attraverseranno Betlemme? Che aria respireremo? Le ricordiamo che le prescrizioni di “forestazione” a compensazione dell’impatto ambientale sono prive di analisi e di relazioni tali da giustificare un tale evento.

State proseguendo una strada senza mai aver convocato le associazioni ambientaliste, o meglio solo su richiesta di qualcuno (come Vivi Chivasso) ma gli atti erano già stipulati.
Mi chiedo se sa o non sa certe dinamiche ambientali o tutto è politica?

Quando ci siamo confrontati con l’amministrazione, l’unica risposta è stata quella del vice sindaco Pasquale Centin: “E cosa fareste, buttereste via 400 posti di lavoro?”. Se fossero veri potremmo discuterne, ma ad oggi non sappiamo chi assumerà quelle 400 persone e con che tipo di contratti».

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