CHIVASSO

«Il Pronto soccorso? E’ un problema...»

Una chiacchierata a 360° con Luigi Vercellino, neo Direttore Generale dell’AslTo4

«Il Pronto soccorso? E’ un problema...»
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«Il Pronto Soccorso? E’ un problema...». Luigi Vercellino, neo direttore dell’AslTo4, ha la fortuna di conoscere già l’azienda sanitaria che ha guidato, come commissario, nei primi mesi dell’emergenza Covid.

Vercellino si insedia

«Sono ancora tante - ha spiegato Vercellino nel corso della conferenza stampa di “presentazione” che si è svolta venerdì 17 gennaio negli uffici di via Po - le cose che devo capire e scoprire. Ho già avuto una serie di incontri con la struttura e i responsabili, e il mio obiettivo è di entrare nelle problematiche senza attendere troppo tempo».

Case di Comunità

Quello delle Case di Comunità è un tema, diciamo, spinoso...

«La portata degli interventi fa sì che per tutte le Asl ci siano delle criticità, e sto lavorano per sapere quale sia la situazione della To4. Proprio oggi, mercoledì 22 gennaio, ci sarà un incontro in Regione per concordare le prossime azioni: dovremo fare di tutto per rispettare le scadenze, entro fine anno le dieci Case della Salute (più quella di Cavagnolo) dovranno essere finite, e lo stesso vale per i tre ospedali di Comunità. A Chivasso, la Centrale Operativa Territoriale è già operativa in via Marconi 13».

Vi sono criticità sulla Casa di Comunità di Crescentino?

«Al momento restiamo su via Giotto 2, ma la prossima settimana sarò più preciso».
Il tema, già sollevato dai sindacati, sembra essere un veto sulla struttura sollevata dalla Soprintendenza, e la stessa problematica interesserebbe anche Caluso. Una soluzione potrebbe essere la ricerca di nuove sedi idonee.

Liste d’attesa

Un altro tema caldo riguarda le liste d’attesa.

«La situazione dell’AslTo4 è non malaccio rispetto ad altre realtà. Vi sono quattro categorie di urgenze, e per quanto riguarda le urgenti e le brevi, relativamente alle prestazioni monitorate, siamo nei tempi previsti per queste prestazioni.
Qualche difficoltà le abbiamo sulle differite: siamo in difficoltà per quanto riguarda le visite (per tutta una serie di motivi), non ci sono grossi problemi per le Tac mentre siamo in ritardo per ecografie, colonscopie ed ECG.
E’ un tema complesso, che ha a che fare con la produzione ma anche altri elementi. Uno è il CUP, che deve individuare le agende libere, e su questo sta lavorando l’assessorato regionale con una nuova gara e l’utilizzo dell’intelligenza artificiale. A breve, poi, partirà una modalità di prenotazione più efficace. C’è poi il problema delle agende pubbliche, con il singolo professionista, o la struttura, che rende disponibile al CUP tutta la sua attività: a tendere si arriverà, se non al 100% richiesto dall’assessore Federico Riboldi, ad una percentuale il più alta possibile.
Si dovrà valutare anche quante prestazioni sono prescritte ma non sono appropriate, un lavoro da fare in stretto collegamento con medici e specialisti.
Un altro punto che ha un peso enorme riguarda la “presa in carico”: la maggior parte delle prestazioni riguarda persone anziane che hanno cronicità. Questi casi devono essere gestiti in modo diverso, perché so già che se uno ha una patologia deve fare certi esami e non può correre tutti i giorni o stare ore al telefono. Facile a dirsi, ma molto più complicato da mettere in pratica: vogliamo comunque approfondire e mettere in campo delle azioni, all’inizio sperimentali e poi replicabili».

Qualche suo collega per smaltire le liste d’attesa ha pensato di bloccare le visite in intramoenia.

«E’ un argomento molto delicato: io sono sempre per la mediazione e il confronto, quella è l’extrema ratio. Bisogna arrivare, con i professionisti, a un progetto che ti permetta di risolvere il problema. Serve equilibrio tra le due cose, però un dipendente pubblico è prima di tutto un dipendente pubblico. Tradotto: chiederemo ai vari professionisti un aumento di produzione (e lo farò tramite i direttori di dipartimento) per far fronte a quelle visite particolarmente critiche. E pensiamo, su richiesta di Riboldi, anche a dei turni temporali che prevedano sera e week end.
Lunedì 20 gennaio hanno preso servizio il direttore amministrativo Michele Colasanto e quello sanitario Sara Marchisio, faremo subito il punto anche su questo.
Ormai, però, è letteratura che l’aumento della produzione a breve riduca le liste d’attesa, mentre sul lungo le aumenti a causa dell’aumento di prescrizioni. Torniamo al tema dell’appropriatezza...».
Passiamo alla carenza di medici e infermieri.

«La qualità passa dal personale, anche dal punto di vista della quantità. Alcune specialità sono in grande sofferenza, ed è difficile trovare soluzioni a breve. Ci sono dinamiche nazionali da affrontare, mancano urologi, pediatri...».

Le priorità

Oltre alle liste d’attesa, quali altre priorità vi ha dato l’assessore Riboldi?
«Individuare per ogni presidio un addetto alla cura e al decoro, efficientamento energetico, ricognizione delle sedi in affitto, razionalizzazione dell’utilizzo degli spazi non di proprietà, attenzione ai costi (anche quelli da noi non manovrabili come farmaci ed energia), riduzione dei gettonisti, accoglienza ospedaliera (su questo punto molto) ed umanizzazione del Pronto Soccorso».

Il Pronto soccorso

Ecco, veniamo al Pronto Soccorso di Chivasso.

«E’ un problema. Mi piacerebbe avere una soluzione, ma è lo specchio di una serie di difficoltà esterne. Si tratta di un insieme di cose, che passa da organizzazione del servizio e del personale, capacità di assorbimento dei reparti, ricollocazione sul territorio delle persone che devono essere dimesse.
Tutti questi elementi fanno funzionare bene o no un Pronto Soccorso, e su Chivasso ci sono anche problemi logistici: l’ingresso in rotonda, una sola cassa per il parcheggio...».

Pensate di riaprire l’ingresso storico su corso Galileo Ferraris?

«La questione è seria e complicata. L’idea è quella, ma ci sono vari elementi da sistemare, anche per quanto riguarda la distanza dagli impianti».

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