Il regista chivassese a Venezia

Dopo la prima in Laguna, «L'expérience Zola» inizierà il suo tour attraverso le sale cinematografiche

Il regista chivassese a Venezia
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Terzo appuntamento con il Festival del Cinema di Venezia per Gianluca Matarrese, il regista chivassese residente a Parigi che domani, 8 settembre, vedrà il suo ultimo lavoro cinematografico esordire in laguna.

Il regista chivassese a Venezia

«A differenza delle mie precedenti presenze a Venezia - ha spiegato Matarrese - in cui i film erano stati presentati nella Settimana della Critica, questa volta “L'expérience Zola” verrà presentato alle Giornate degli Autori. E' un bel successo e un grande orgoglio presentare quest'ultimo film in un contesto di rilievo come quello di Venezia che già in passato mi ha regalato grandi successi». «L'expérience Zola» è l'ottavo film di cui Gianluca è regista: «In “L'expérience Zola” si affronta il tema del sottilissimo confine che separa realtà e finzione così al cinema come nella mia vita: tutto si mischia; la vita è un grande laboratorio in cui tutti improvvisiamo e tante volte la finzione che mostriamo è migliore della realtà che ci appartiene».

Il film

Nel film Anne è una regista teatrale separata dal marito: è spenta, senza desideri. Conosce Ben, vicino di casa servizievole e attore senza scritture. Lui la guarda con occhi appassionati, lei non vuole mai più legarsi a un uomo. Ma quando decide di mettere in scena «L’Assommoir» di Emile Zola, è a lui che propone il ruolo di Coupeau, riservandosi quello di Gervaise.
Man mano che la storia si sviluppa, il confine tra la vita reale e la rappresentazione teatrale si riduce sempre di più. Tra letture e prove, tra ricerca e studio, la realtà sfuma nella finzione e i due sembrano ripercorrere esattamente tutti i passaggi della storia di Coupeau e Gervaise, fino alla rovina.
La struttura del film è uno scambio, un dialogo tra due narrazioni, quella dello spettacolo sul palco e quella degli attori, dietro le quinte. Fuori dal palco, gli attori sono colti in conversazioni intime, immersi nel proprio elemento quotidiano, in riflessioni o durante i preparativi prima di scivolare nella finzione. La macchina da presa è stato il mezzo di immersione nei movimenti interiori dei personaggi. Il montaggio ha creato collegamenti tra i momenti di gioco della finzione teatrale e del mondo reale, fino a perdere volontariamente i consueti riferimenti e codici tra i diversi registri.

«Attraverso il romanzo di Zola - prosegue Matarrese - e la sua reinterpretazione contemporanea, ho voluto celebrare una figura femminile caratterizzata dalla sua forza: Gervaise, che sopporta violenze e fallimenti mantenendo la rotta il più a lungo possibile. Zola scrisse che si preoccupava "poco della bellezza, né della perfezione", preoccupandosi invece "solo della vita, della lotta, della febbre". Ho cercato di fare lo stesso, mostrare ciò che è, senza cercare di salvare o opprimere nessuno, sezionando queste anime complesse, impregnate allo stesso tempo di allegria e tenebra, forza e debolezza, emancipazione e servitù.
Ancora una volta, come nei miei film precedenti, ritrovo ingredienti a me cari: la famiglia, la decadenza, i sogni e le ambizioni. Come spesso accade, i miei personaggi reali si trovano ad affrontare situazioni difficili e io mi prendo il tempo di accompagnarli e filmarli intimamente per capire come possono reagire, risalire in superficie da una realtà che li sta facendo sprofondare, cadere e risalire».

Il tour

Dopo la prima a Venezia, «L'expérience Zola» inizierà il suo tour attraverso le sale cinematografiche italiane partendo proprio da Torino quando, il 13 settembre, verrà proiettato al cinema Fratelli Marx. In questa occasione sarà presente in sala anche Gianluca Matarrese, protagonista del dibattito che seguirà la proiezione.

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