CIGLIANO

«Il temporale non ha creato danni in centro: non c’è bisogno di spendere più di 3milioni»

Ranalli esprime il suo parere sui lavori di riqualificazione voluti dall’Amministrazione Marchetti

«Il temporale non ha creato danni in centro: non c’è bisogno di spendere più di 3milioni»
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Il progetto definitivo dei lavori di riqualificazione del centro storico di Cigliano mediante interventi di aumento della resilienza del rischio idraulico del territorio e di miglioramento della qualità del decoro urbano trova il parere negativo anche del capogruppo di opposizione Flavio Ranalli.

Lavori in centro, il caso

«Il temporale di domenica scorsa - commenta Ranalli - ha dimostrato che questo intervento, del valore di oltre tre milioni di euro, non ha alcun senso. Un intervento che nessuno ha chiesto, tanto meno i commercianti che non ci stanno certamente a vedere chiusa tutta quella parte per molti mesi. Le priorità, se parliamo di problemi idrogeologici, sono altri come la zona della rotonda nel presso dell’ex Pertusola oppure via Fratelli Rosselli. Se invece si tratta di miglioramento del decoro, si potrebbero spendere meno soldi e rendere il centro più bello. Come? Ad esempio rispolverando il progetto di Nicolotti e realizzando i marciapiedi ai lati della strada che porta alla chiesa essendo il tratto a senso unico».

Il semaforo...

Altro punto che critica è il rifacimento del semaforo: «Anche prima l’incrocio tra via XX Settembre, via Guido Bobba, via Pietro Micca e vicolo Germano, era sicuro. Non c’era certamente bisogno di spendere 50 mila euro. Poi per un lavoro raffazzonato. Ci sono i pali dei vecchi semafori lasciati lì, non è stato previsto l’attraversamento pedonale dunque le persone rischiano ogni volta che devono passare da un lato all’altro. Ma poi il vicesindaco Giuseppe Iaccheo afferma che ora è sicuro: vuol dire che lo hanno lasciato per quattro anni non in sicurezza? E comunque questo non è vero».
«Questi due investimenti sono delle esagerazioni, si spendono soldi per le opere che non sono priorità» conclude Ranalli.

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