In Ospedale sempre meno servizi: ridotto anche il reparto di Otorino
La fine di un’epoca dopo l’era Tubino. A rischio anche quel che resta di urologia
«Che fine farà l’ospedale di Chivasso?». Questa è una domanda che si sta diffondendo non solo tra le corsie dei reparti e negli ambulatori, ma in tutta la città.
In Ospedale sempre meno servizi
Dal sogno di avere un nosocomio d’eccellenza, che ha vantato nel suo passato grandi nomi come il cardiochirurgo Angelo Actis Dato, si rischia di passare a una struttura dedicata principalmente alla lungodegenza.
Tanto pessimismo non per riempire una pagina di giornale, ma perché ci sono segnali preoccupanti in tal senso.
Uno dei segnali più allarmanti riguarda la fine dell’era di Libero Tubino, storico primario di otorinolaringoiatria. Questo reparto, che in passato operava calciatori e altri vip, e che eseguiva delicati interventi per tumori della gola e del collo, ora rischia di doversi occupare solamente di tonsille. Per quanto sia comunque un servizio importante, disperdere un patrimonio umano, composto non solo da medici ma anche da infermieri formatisi negli anni, sembra uno spreco insensato. Le fughe di personale in tal senso sono già iniziate.
Ridotto anche il reparto di Otorino
Le voci dicono che l’otorinolaringoiatria sarà fortemente ridimensionata (passando anche da struttura complessa a semplice) per dare più spazio all’ortopedia e alla medicina. E questo sarebbe un segnale negativo.
E pone due possibili interpretazioni: o il reparto di otorinolaringoiatria era sopravvalutato in passato, oppure si sta facendo un passo indietro, ma perché?
Anche quel che resta dell’urologia («reparto» solo sulla carta) potrebbe essere a rischio, con grandi cambiamenti previsti entro la fine dell'anno.
Passiamo alla cardiologia, dove il problema dell’emodinamica non è ancora stato risolto e non si capisce perché, con la prossima chiusura temporanea di Ivrea, il servizio h24 non venga trasferito a Chivasso.
Se in passato fossero state fatte scelte diverse, forse oggi l’ospedale non rischierebbe il ridimensionamento. La decisione di costruire una piastra accanto all’edificio storico, anziché realizzare un nuovo nosocomio, potrebbe essere stata penalizzante. Immaginiamo se l’avessero costruito in zona Chind o addirittura nell’ex Lancia: avrebbe potuto davvero diventare un polo d’eccellenza per tutto il Canavese. Invece, si trova schiacciato tra il cemento con una viabilità davvero difficile.
Ora spetta alla politica muoversi per evitare il peggio. Il nuovo piano aziendale è atteso nelle prossime settimane, e c’è chi prevede sviluppi significativi. Come si suol dire, «ne vedremo delle belle...».