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«In Pronto mi hanno bombardato di farmaci» ma l’Asl smentisce

La figlia racconta: «L’hanno stordita, lei non doveva esser sottoposta a quella terapia. Sono stati giorni difficili»

«In Pronto mi hanno bombardato di farmaci» ma l’Asl smentisce
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Dolori impossibili da sopportare, una sensazioni di nausea impressionante. Dolores pensava che per lei non ci fosse più nulla da fare, così la corsa al Pronto soccorso di Chivasso per cercare un miglioramento.

«In Pronto mi hanno bombardato di farmaci»

Lei, 70enne e invalida da moltissimi anni, voleva solamente che i medici la aiutassero a star meglio per tornare a casa e continuare la sua vita serena. Non chiedeva nulla di più, non si aspettava certamente un rimedio a tutti i suoi problemi perché anche lei è consapevole che per cancellare tutti i suoi malanni occorrerebbe una bacchetta magica. Eppure Dolores ha pregato di uscire da quel Pronto Soccorso anche se non stava meglio. Perché? E’ lei stessa a raccontarci le ore vissute (tra mercoledì giorno di arrivo e giovedì, giorno delle dimissioni) in quel corridoio, su una barella.

«Sono andata in Pronto mercoledì 6 settembre – racconta Dolores – Avevo un mal di stomaco tremendo, non riuscivo ad alzarmi dal letto. Non riuscivo a fare nulla. Avevo crisi di nausea. Stavo veramente malissimo. Così la scelta di andare in ospedale a Chivasso dove speravo di esser curata. Ribadisco che ho 70 anni e sono invalida».
Dolores insieme a sua figlia ci racconta il dramma che ha vissuto in quei giorni: «Una volta arrivata al nosocomio, sono stata sottoposta agli esami del sangue. Poi mi hanno fatto delle lastre dalle quali è risultato che avevo delle costole rotte, peccato che io sia caduta più di un anno fa, e in Pronto c’ero già andata in quell’arco di tempo. Mercoledì è trascorso così perché non c’era l’ortopedico. Ho chiesto di alzarmi dalla barella perché stavo male, avevo dolori alla schiena per la posizione. Ma nulla. Ero anche tutta bagnata perché non mi facevano andare in bagno. Assurdo. Ho chiesto un cuscino, nulla. Ho chiesto un letto, nulla. Ecco come vengono trattati i malati, per lo più disabili. L’indomani, sono stata visitata dall’ortopedico, che ha confermato che io potevo alzarmi, sedermi su una sedia a differenza di quanto era successo il giorno prima in corsia. Ma c’è di peggio».

Dolores è arrabbiata per le cure che ha ricevuto: «Mi hanno somministrato dei farmaci, e fatto una puntura. Quando sono arrivati con la siringa di sedativo, ho detto loro che non potevo farla. Ma loro nulla. Nonostante io non fossi d’accordo, loro mi hanno inoculato il farmaco. È stato devastante. Dopo poco ho iniziato ad avere delle allucinazioni pazzesche. Vedevo animali che mi venivano addosso, persone che mi urtavano. E tante altre cose che ancora oggi mi spaventano. Chiamavo il personale ma nulla. Io avevo queste allucinazioni e loro mi lasciavano lì da sola, su una barella scomoda, in mezzo al caos del corridoio. Cibo immangiabile. Quando è arrivata mia figlia a prendermi, nonostante non stessi per nulla bene, mi sono sentita più tranquilla».

Eppure Dolores, una volta arrivata a casa, non stava meglio.

Le parole della figlia

«Quattro giorni da incubo – racconta la figlia – Non l’ho lasciata sola un minuto. Non sono andata a lavorare, ho trascorso ogni momento della giornata con mia mamma. Quando mangiava vedeva animali che mangiavano nel suo piatto. Di notte, abbiamo dormito insieme perché aveva le allucinazioni, non riusciva a riposare. Secondo il suo medico si è trattato di un intossicazione da farmaci. Dunque, ci vorrà tempo prima che si riprenda. Quando è uscita dal Pronto soccorso sembrava uno zombie, una persona priva di qualsiasi vitalità ma lei non è mai stata così, mi sono spaventata ancora di più di quando l’ho lasciata lì. Ho chiamato in Pronto soccorso a Chivasso, ho segnalato la cosa, ma nulla. È ingiusto che un malato, anche se agitato perché sta male, venga trattato in questo modo. Non devono accadere cose di questo genere, spero che mia mamma superi tutto questo e torni la donna vitale, anche se disabile e con molti problemi, di prima».

Ma l'Asl smentisce

A seguito di questa segnalazione, abbiamo contattato l’ufficio stampa dell’Asl To4 che, attraverso i dati della paziente, ha svolto l’apposita verifica con la struttura di riferimento. E, proprio dopo il controllo che il Responsabile della Medicina e Chirurgia di Accettazione e di Urgenza Chivasso riferisce: «La signora è rimasta in Pronto soccorso per meno di 24 ore, lasso di tempo in cui si è resa necessaria la somministrazione di un farmaco, ma non sono state segnalate allucinazioni.
Peraltro, non risulta essere stata segnalata dalla Signora allergia o intolleranza a farmaci.
Alla dimissione è stato consigliato un farmaco antidolorifico, che poi deve essere valutato dal medico curante che conosce la storia clinica del proprio assistito. Durante la permanenza in Pronto soccorso la Signora, lucida e orientata nel tempo e nello spazio, è stata informata dal personale sulla necessità di rimanere a letto a causa della presenza di un problema vertebrale.
Da apposita valutazione svolta con il personale interessato risulta che l’igiene personale sia stata assicurata, come per tutti gli altri pazienti».

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