La polemica

"La maggioranza non accede al Protocollo"

Marchetti, nel segnalare che ora può solo vedere i titoli dei documenti, denuncia il comportamento dei consiglieri.

"La maggioranza non accede al Protocollo"
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Con una presa di posizione che solleva interrogativi cruciali sull'operato della maggioranza del sindaco Giorgio Testore, il capogruppo di minoranza Diego Marchetti porta alla luce una nuova dinamica. Attraverso una denuncia, Marchetti non solo evidenzia un recente cambiamento nelle proprie modalità di accesso al protocollo informatico, ma pone un quesito fondamentale sulla capacità dei consiglieri di maggioranza di adempiere al loro mandato istituzionale senza aver apparentemente mai richiesto l'accesso a strumenti basilari per la funzione di controllo e valutazione.

"La maggioranza non accede al Protocollo"

«È stato modificato il mio accesso al protocollo - spiega il capogruppo Marchetti - mentre prima potevo in autonomia consultarlo ora potrò solo vedere i titoli dei protocolli e poi richiedere agli uffici gli atti che mi interessano, ma non è questa scelta che mi lascia sbalordito, è la scoperta che solamente io e la consigliera Bruna Filippi abbiamo richiesto di poter avere questo accesso.

Una domanda mi sorge quindi spontanea: come hanno fatto i consiglieri di maggioranza a svolgere il loro lavoro senza accesso al protocollo comunale? A quasi un anno dalle elezioni comunali, una questione tanto semplice quanto cruciale merita attenzione: come hanno potuto i consiglieri di maggioranza del Comune di Cigliano esercitare pienamente e consapevolmente il loro ruolo istituzionale se, ad oggi, non risulta che abbiano mai richiesto le credenziali di accesso al protocollo informatico collegato al gestionale dell’Ente?

Il protocollo e i gestionali interni rappresentano strumenti fondamentali per qualunque amministratore pubblico. Attraverso questi canali, i consiglieri possono consultare atti, monitorare l’iter delle pratiche amministrative, accedere a documenti e comunicazioni ufficiali. Insomma, elementi indispensabili per valutare, vigilare e, se necessario, intervenire.L’assenza di richiesta di accesso a tali strumenti fa sorgere interrogativi legittimi: come hanno potuto formarsi un’opinione informata sui temi discussi in Consiglio? Su quali basi hanno deliberato, preso posizione o espresso pareri? Hanno forse fatto affidamento esclusivo su informazioni fornite informalmente, magari da assessori o dirigenti, senza verifica diretta delle fonti documentali?.

La trasparenza e l’efficienza della macchina amministrativa dipendono anche dalla capacità, e volontà, dei consiglieri di esercitare un controllo effettivo sull’attività dell’Ente. Ecco perché è lecito domandarsi se questa mancanza rappresenti una semplice svista, un errore procedurale o, peggio, una precisa scelta politica.

In tempi in cui si invoca sempre maggiore partecipazione e controllo democratico, l’inerzia nell’utilizzo degli strumenti messi a disposizione dei consiglieri appare quantomeno sorprendente. I cittadini meritano spiegazioni ed il sottoscritto vorrebbe conoscere le motivazioni di questo comportamento e richiedere altresì che si programmino dei corsi di formazione a cui possano accedere anche i consiglieri comunali in modo che tutti siano in grado di utilizzare al meglio le piattaforme a disposizione».

 

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