TORRAZZA PIEMONTE

La musica piemontese vola in Argentina

Loris Gallo, noto cantautore, ha accolto con grande entusiasmo la proposta di una tournée intensa ma meravigliosa

La musica piemontese vola in Argentina
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Loris Gallo, cantante e cantautore torrazzese, conduttore di Telecupole e artista poliedrico, è partito alla volta dell’Argentina con Elisabetta Pia. Un viaggio voluto e organizzato dalla Federazione delle associazioni piemontesi in Argentina che ha programmato una tournée intensa ma meravigliosa.

La musica piemontese vola in Argentina

«Sono partiti anche i Piemontesi e oggi i “bogia nen” in giro per il mondo oggi sono circa 6 milioni, di cui 4 milioni e 150 mila in America Latina. - racconta Elisabetta Pia - Sono partiti portando con sé la lingua dei padri, la musica, i canti e i balli della tradizione e ancora oggi, i loro discendenti, lottano per conservarli. Siamo in Argentina, dall'altra parte del mondo, ma da subito ci hanno accolto con le braccia aperte e con "cerea, steve bin?". Atterrati a Cordoba ci siamo spostati a Rio Tercero per il primo spettacolo serale. I giorni seguenti Loris ha portato la nostra musica e la sua simpatia nei teatri e locali di diverse città». Il piemontese ha subito risposto all'appello e onorato d'esser stato convocato come rappresentante e interprete della canzone piemontese, è partito. A fare da tramite è stata la musica, precisamente "Gent parej", uno dei successi del Gallo, un amico affezionato alla tradizione, alla musica e all'Argentina, Giancarlo Cerutti è stato il tramite e il filo rosso che unisce i piemontesi dei due continenti ha fatto sì che questo viaggio diventasse realtà. - spiega ancora Elisabetta - Delis Moriondo, membro della FAPA, si è da subito interessata alla situazione e in men che non si dica il "sogno del Gallo", quello di conoscere queste realtà, quello di alimentare la piemontesità nel mondo, quello di dare il giusto valore alla musica, alla lingua e alla tradizione locale, è diventato una promessa, un impegno ed infine una realtà. "Accoglienza" è stata da subito la parola d'ordine di quest'avventura: le persone ci ricevono come se fossimo amici da sempre perché “i nostri nonni erano vicini di casa”, ci abbracciano e con orgoglio sostengono “noi argentini siamo solo piemontesi che parlano lo spagnolo” e al nostro ingresso l'asado in tavola e il miglior vino ovviamente non mancano mai. C'è chi ci ha accolto a casa propria e ha ceduto la propria stanza, la più bella, e chi addirittura si è trasferito per una notte altrove, ha lasciato la propria abitazione e ci ha detto "ora questa è casa vostra" alla consegna delle chiavi. Ovunque ad attenderci a braccia aperte ci aspettavano le famiglie, le delegazioni comunali, i sindaci, le televisioni e le radio locali. Tutte le città che abbiamo visitato ci presentavano gli aspetti più salienti di quel luogo e ci hanno accolto all'interno dei centri culturali e delle varie sedi della famija piemonteisa con "Benvenuti a casa vostra". Pare incredibile, ma qui la maggior parte delle persone comprende, conversa e studia il piemontese. Era la lingua che si parlava in casa, quella che ascoltano commuovendosi: perché a scuola la maestra insegnava la Castilla, ma nonno, mamma e papà sapevano solo il piemontese. Sono la terza generazione eppure non dimenticano: la memoria del Piemonte si trova in Argentina. Qui il piemontese è quello dei primi anni del 900: tanti lo sanno scrivere perchè l'hanno studiato, organizzano corsi, imparano i canti e si emozionano intonando  "la Monferrina" , "la Bergera" o "Noi soma Piemonteis". Per l'occasione Loris Gallo ha scritto e presentato una nuova canzone dal titolo NOSTE REIS, (nostre radici) che ha commosso ed emozionato tanti. Alcuni di loro non sono mai stati in Italia: c’è chi sono anni che cerca di ricostruire il proprio albero genealogico, chi la nostra penisola la conosce bene e chi l’ha solo immaginata e sogna, prima o poi, di raggiungerla, ma tutti cantano, ricordano, si emozionano: perchè non vogliono perdere le radici, perchè i loro nonni sarebbero orgogliosi, perchè "quando ero bambina e facevamo i salami gli uomini e le donne accompagnavano il lavoro con il vino rosso e le canzoni". Parliamo il piemontese più qua che a casa, perchè l'italiano lo conoscono in pochi e chi lo ha studiato lo ha fatto da autodidatta. Il Piemonte ha una storia centenaria da raccontare, possiede un patrimonio monumentale, artistico, culturale e sociale di inestimabile valore e a ricordarcelo sono gli argentini: che dire se non che "siete il Piemonte di cui i piemontesi possono essere orgogliosi"».

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