TORRAZZA PIEMONTE

La villa del «boss» entra nel patrimonio del Comune: i primi lavori

Il bene confiscato, come promesso da tempo, ospiterà la biblioteca, il Centro giovani e le associazioni del paese

La villa del «boss» entra nel patrimonio del Comune: i primi lavori
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Il Comune di Torrazza Piemonte è entrato in possesso del bene confiscato alla mafia, la villa confiscata al boss della ‘ndrangheta e sgomberata lo scorso mese di settembre.

La villa del «boss» entra nel patrimonio del Comune

Il Comune di Torrazza Piemonte è entrato in possesso del bene confiscato alla mafia, la villa confiscata al boss della ‘ndrangheta e sgomberata lo scorso mese di settembre. Stiamo parlando della casa di via Gramsci, quella che era di proprietà di Rocco Schirripa, il panettiere di Torino, accusato dell'omicidio del procuratore Bruno Caccia, nel 1994.
Un bene sul quale il Comune aveva messo gli occhi da tempo, tant’è che il sindaco Massimo Rozzino aveva già espresso, nel corso del suo primo mandato, l’interesse per quell’edificio. Era il 2017 quando l’immobile era entrato a far parte dei beni confiscati e sin da subito l’Amministrazione ne aveva chiesto l’affidamento. Ma da quelle richieste, molti anche i solleciti, sono passati anni ma oggi questa villa è a disposizione del Comune e della sua comunità. E come promesso da Rozzino al suo interno realizzerà i servizi culturali e ludici a favore, appunto, dei suoi concittadini, soprattutto dei più giovani.

I lavori

«Come avevamo già detto sin dall’inizio di questa vicenda, il nostro intento è quello di trasferire lì la biblioteca civica, creare un Centro giovani oltre che assegnare lì la sede alle nostre associazioni che ancora non ce l’hanno – spiega Rozzino – Ma prima di tutto è necessario fare gli interventi di adeguamento. Dunque l’ufficio tecnico ha predisposto gli incarichi per la pulizia del giardino e la sua sistemazione. Si procederà anche con l’installazione di un sistema di videosorveglianza (sono previste tre telecamere) per rendere sicura l’area.
Si dovranno poi prevedere tutti gli interventi necessari per l’adeguamento dei locali, lavori necessari per ospitare quanto previsto.
Questi lavori verranno effettuato con i fondi dei risparmi economici ma soprattutto con quei capitoli che la Regione Piemonte prevede proprio a favore degli edifici confiscati alle mafie».

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