l'analisi

L’aria di Chivasso è malata

Preoccupa anche la presenza delle polveri sottili

L’aria di Chivasso è malata
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Quel rosso di cui è colorato metà Piemonte non è un bel segno. Infatti sta ad indicare che la qualità dell’aria, stando alle rivelazioni fatte dall'Arpa, è cattiva. E in quella parte del Piemonte rientra anche Chivasso.

L’aria di Chivasso è malata

Stesso colore per la presenza di polveri sottili. Che fanno male. E non lo dicono solo gli ambientalisti ma anche i medici, soprattutto i pneumologi, che ne vedono gli effetti devastanti sul sistema respiratorio.

Il problema dell’inquinamento dell’aria è complesso e dipende da molteplici sorgenti che in diversi momenti emettono inquinanti. Questi, reagendo tra loro, ne generano altri in funzione anche delle condizioni meteorologiche (vento, pioggia etc.); per questo motivo le misure di limitazione degli inquinanti devono interessare tutti gli ambiti che contribuiscono al problema (agricoltura, energia, trasporti, industria, ecc).

Ricordiamo che la valutazione della qualità dell’aria è utile per garantire la tutela della salute della popolazione e la protezione degli ecosistemi. Anche perché l’inquinamento atmosferico è stato classificato tra i cancerogeni umani dall’Agenzia Internazionale per la Ricerca sul Cancro dell’OMS.

L'analisi

I dati sono allarmanti: ogni anno nell'UE più di 400.000 persone muoiono prematuramente a causa delle conseguenze dell'inquinamento atmosferico: sono 10 volte le vittime degli incidenti stradali. Ben 6,5 milioni di persone si ammalano, a causa dell'inquinamento atmosferico, di patologie come ictus, asma e bronchite.

L'inquinamento danneggia anche l’ambiente naturale, incidendo sia sulla vegetazione che sulla fauna selvatica.

Lo sappiamo che la causa è da ricercarsi nello smog provocato dalle auto e dalle caldaie che nei mesi freddi pompano a pieno ritmo buttando in atmosfera inquinanti. Ma questo non ci rassicura circa le eventuali malattie soprattutto polmonari che ne potrebbero derivare.

Per non morire d'inquinamento occorre ridurre progressivamente e senza indugi il traffico veicolare, incentivando l'uso delle biciclette e altri mezzi ecologici, incentivando l'abolizione degli impianti di riscaldamento obsoleti e lavando le strade dove il PM10 si deposita.

Sul fronte dei trasporti pubblici per fortuna qualcosa si è mosso, infatti il nostro comune è riuscito a implementare il parco mezzi con autobus elettrici.

Ma tutto questo non basta. E nemmeno come qualcuno dice basterebbe un giorno di poggia.

Di fatto con la pioggia il veleno che è nell’aria non si dissolve, ma semplicemente penetra nel terreno e lo becchiamo sia nelle falde idriche sia nella frutta e verdura sia dal latte che le vacche producono dopo aver mangiato il foraggio che l’ha assorbito dal terreno. In ogni caso non bastano due gocce a cambiare radicalmente la situazione dell’aria. Abbiamo chiesto un commento all’assessore all’ambiente Fabrizio De Bernardi: «La situazione dell'aria e della sua qualità sui nostri territori non è incoraggiante, ad aggiungersi alle emissioni civili e industriali, permane una mancanza quasi totale e cronica della piovosità che avrebbe un effetto benefico di abbattimento delle polveri sottili. Come Comune manteniamo i vincoli di tipo ambientale previsti dai protocolli ai quali ci atteniamo. Consigliamo come sempre di rispettare le temperature delle abitazioni imposte per legge, e la riduzione dei trasferimenti a corto raggio effettuati con le automobili».

A Chivasso non è più in funzione la stazione di controllo dell’aria le più vicine sono a Leinì e Torino Rebaudengo.

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