Lavori in ospedale, si aspettano ancora i 10 posti letto in terapia intensiva
La FP CGIL e il NURSIND chiudono il loro appello con un messaggio inquietante: "Non ci resta che sperare che non arrivi una nuova pandemia"
Il tempo sembra essersi fermato per Chivasso e gli ospedali dell’ASL TO4, bloccati in un passato che si riflette in ritardi, inefficienze e una preoccupante mancanza di risorse. A quasi cinque anni dall’annuncio del lockdown e dalla promessa di potenziamento delle strutture sanitarie con il "provvedimento Arcuri", la situazione rimane critica.
Chivasso: lavori fermi e promesse disattese
Nella città di Chivasso, dove erano stati programmati 10 nuovi posti letto di terapia intensiva, i lavori procedono "a rilento", come denuncia il comunicato stampa congiunto di FP CGIL e NURSIND. La sola parziale realizzazione è rappresentata dai 3 posti di terapia subintensiva presso il reparto di Medicina. Tuttavia, questi posti non rappresentano una reale novità: esistevano già prima della pandemia, ma non erano mai stati formalmente riconosciuti.
La lentezza nei lavori ha un costo altissimo in termini di prontezza operativa. Se dovesse verificarsi una nuova emergenza sanitaria, come una pandemia o una crisi epidemiologica locale, l’ospedale di Chivasso rischia di non essere in grado di far fronte alla situazione. Sarebbe necessaria una riconversione dei reparti, con ripercussioni gravi su chirurgia e altre attività essenziali.
Una crisi sistemica nell’ASL TO4
Il quadro di Chivasso non è isolato: altre strutture dell’ASL TO4 rispecchiano la stessa inefficienza. A Ciriè, i lavori per 2 posti di terapia intensiva e la subintensiva nel reparto di Medicina sono ancora in alto mare. Ad Ivrea, i posti di subintensiva non sono mai stati attivati, nonostante la recente inaugurazione della nuova rianimazione durante la campagna elettorale. Inoltre, il pronto soccorso è in ritardo cronico, causando disagi logistici soprattutto per l’oncologia.
Persino i lavori non legati direttamente al provvedimento Arcuri, come quelli della Dialisi di Ivrea, restano incompiuti, aggravando la percezione di un sistema sanitario allo sbando.
Personale insufficiente e responsabilità negate
Oltre ai ritardi infrastrutturali, l’ASL TO4 soffre una drammatica carenza di personale. Dei 15 anestesisti, 50 infermieri e 19 operatori sociosanitari necessari per gestire i nuovi posti letto previsti, nessuno è stato assunto. La mancanza di risorse umane è un ulteriore ostacolo a una sanità locale già fragile.
Le proteste e le segnalazioni rivolte al Direttore Generale Scarpetta, secondo il comunicato, non hanno sortito effetti. La risposta ricorrente è stata uno scarico di responsabilità verso terzi, senza proposte concrete per accelerare i lavori o risolvere le criticità.
L'appello alla prevenzione
La FP CGIL e il NURSIND chiudono il loro appello con un messaggio inquietante: "Non ci resta che sperare che non arrivi una nuova pandemia." In una regione che dovrebbe rappresentare un baluardo di efficienza sanitaria, la realtà è che Chivasso e le altre città dell’ASL TO4 rischiano di trovarsi nuovamente impreparate di fronte a una crisi.
La comunità locale, già provata dall’emergenza COVID-19, attende risposte concrete e interventi tempestivi per evitare che questi ritardi si traducano in nuove tragedie sanitarie. Le promesse devono lasciare il posto ai fatti, perché la salute pubblica non può più attendere.