L’ex «Convento» di nuovo all’asta
L’offerta minima supera di poco i 500 mila euro.
Sull’ex Convento di San Bernardino di via del Collegio sembra aleggiare (e lo scriviamo da anni) una vera e propria maledizione.
L'ex Convento di San Bernardino
Prima il fallimento delle società legate a Mario Bonardo, che in quelle antiche stanze avrebbe voluto realizzare un hotel a 5 stelle in occasioni delle Olimpiadi del 2006, ora quella dell’Immobiliare Sant’Andrea di Pierluigi Caramellino, che dopo aver acquistato la struttura a prezzo di saldo ha dovuto arrendersi davanti alle (incredibili) difficoltà burocratiche.
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Pochi giorni fa, sui siti specializzati è apparso l’annuncio della nuova asta, fissata in Tribunale ad Ivrea per il prossimo 14 settembre alle 15.30. Il prezzo base è stato fissato in 737 mila 500 euro, con un’offerta minima di 533 mila 125 euro: per 4 mila 354 metri quadrati di superficie utile lorda, il valore è praticamente quello di un pollaio (122 euro al mq) e sarà quasi sicuramente destinato a diminuire ancora.
Sicuramente trovare un nuovo acquirente per l’ex Convento non sarà facile, sia per il periodo di crisi che stiamo vivendo, sia per la difficoltà di capire come sfruttarlo al meglio. Negozi al pian terreno e appartamenti al primo piano? Un poliambulatorio (idea di Caramellino)? O una struttura alberghiera con centro benessere come avrebbe voluto Bonardo?
Di sicuro, come scritto nella documentazione allegata, il nuovo acquirente dovrà sborsare circa 450 mila euro «per le demolizioni ed i ripristini» legati ad una serie di irregolarità edilizie, anche se «Tenuto conto della complessità delle norme in materia edilizia e, a volte, la loro non univoca interpretazione/applicazione in materia di conformità/sanabilità/regolarizzazione, i soggetti interessati all’acquisto dovranno preventivamente approfondire tali aspetti con un proprio professionista per verificare le conclusioni a cui è giunto lo scrivente perito».
In poche parole, passateci il termine, è talmente «un casino» che è difficile sapere cosa si potrà fare o no del complesso immobiliare.
Si tratta comunque di una struttura di pregio, originaria del ‘600 e ricca di affreschi, soffitti a cassettoni e particolari che la rendono un vero e proprio gioiello incastonato nel cuore della città.
Anche se al momento, con le elezioni alle porte, questo è un discorso di pura «fantasia», è innegabile che in molti vedono come unico potenziale acquirente il Comune di Chivasso, che con poco potrebbe mettere le mani su un edificio dalle indubbie potenzialità. Di poche settimane fa, per restare in tema, la notizia dell’acquisto da parte del Comune di Ozegna, per 210 mila euro, dell’antico castello simbolo del paese.
Se si vuole, si può.