VEROLENGO

«Luci sempre accese? Va bene. Se poi finiscono i soldi, allora starete al buio»

Il sindaco Borasio risponde alle polemiche. Le luminarie costano poche centinaia di euro

«Luci sempre accese? Va bene. Se poi finiscono i soldi, allora starete al buio»
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Il Comune spegne le luci e scoppia la polemica. Questo è quello che sta accadendo a Verolengo, dove, per contenere i costi dell’energia elettrica, l’Amministrazione comunale guidata dal sindaco Luigi Borasio ha scelto di ridurre il periodo di accensione dell’illuminazione pubblica.

Illuminazione pubblica, la polemica

Una scelta che, appunto, i residenti non condividono per motivi di sicurezza sia stradale (anche legata ai pedoni che al mattino presto si recano alle fermate dei pullman e alla stazione ferroviaria) ma anche delle proprie abitazioni e proprietà, perché le luci sono un deterrente per l’azione dei ladri.

Ma queste parole assolutamente non sono condivise dal sindaco Luigi Borasio che, lette le dichiarazioni dei cittadini, spiega: «Si è deciso, in accordo con Enel, di ridurre l’illuminazione pubblica del 20 per cento, una scelta che porta un risparmio in termini economici di circa 20 mila euro. Enel, infatti, non ci permette, come avevamo proposto, di accendere un palo si e uno no per motivi di sicurezza. Infatti, qualora dovesse succedere un incidente nell’area in cui un palo è spento, l’interessato potrebbe chiedere un risarcimento danni. Qualora invece succeda un incidente in un’area completamente spenta questo risarcimento non è dovuto. Dunque l’unica opzione possibile per contenere i costi è l’accensione posticipata e lo spegnimento anticipato, cioè tenere accesi i pali per un minor tempo. Sulle strade provinciali e statali questo provvedimento è possibile per un’ora al giorno mentre sulle comunali è di due.

Dunque, dopo un’analisi, si è deciso di posticipare di mezz’ora l’accensione al pomeriggio, visto che in quella fascia oraria ci sono molte persone per le strade, e di anticipare di un’ora e mezzo lo spegnimento al mattino. Questa è la decisione adottata, se poi i cittadini vogliono le luci sempre accese che lo dicano. Lo facciamo. Ma la conseguenza è poi un’altra: quando non avremmo più i soldi per pagare le bollette, perché siamo in queste condizioni se non proseguiamo su questa scelta, il paese si spegner completamente. Alla persona invece che ha detto che farà una denuncia preventiva ai carabinieri: che senso ha? Denuncio prima un qualcosa che potrebbe non accadere? Assurdo».

Il caso

E a chi le chiede di rinunciare al suo stipendio per pagare l’illuminazione?
«Con il mio stipendio annuale da sindaco si copre solamente il 5 per cento della spesa per l’energia elettrica. In sei mesi abbiamo sborsato 135 mila euro per l’illuminazione, cioè 270 mila euro, salvo cambiamenti, in un anno. I miei mille euro al mese come possono incidere su una spesa così alta? Ah, chi invece dice che si poteva rinunciare alle luminarie di Natale per lasciare accese l’illuminazione pubblica: ma sanno che le prime costano 300 euro di corrente per tutto il periodo di accensione? E poi non mi immagino le polemiche che sarebbero sorte se non fossero state installata. Dunque ai cittadini lascio la scelta: luci spente per due ore ma accese tutto l’anno, oppure stop alle riduzioni con il rischio di dover poi spegnere il territorio».

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