cultura

Matarrese «raddoppia» al Festival del Cinema

A Venezia nelle vesti di giurato e regista con il suo «Il quieto vivere»

Matarrese «raddoppia» al Festival del Cinema

Il regista chivassese Gianluca Matarrese porta a casa un’altra grande soddisfazione, doppia.

Matarrese «raddoppia» al Festival del Cinema

E’ infatti presente in duplice veste al Festival del Cinema di Venezia dove, nella settimana della critica, siede tra i giurati per la categoria dei corti ma è anche in laguna per presentare al pubblico e alla stampa il suo ultimo lavoro cinematografico dal titolo «Il quieto vivere».

«Sono ormai alla mia quarta volta qui al Festival del Cinema – ha commentato Matarrese che da anni ormai vive a Parigi – e partecipare è sempre un grande orgoglio e un’emozione. In giuria sono con altri due esperti del settore, un produttore e una programmatrice: in questo modo ognuno può valutare i lavori in concorso con un punto di vista differente. E’ la mia prima volta in giuria e ne sono felice: sto vivendo anni intensi, costellati da belle avventure e grandi soddisfazioni».
Matarrese, come detto, sarà protagonista con il suo ultimo film che, fuori dal concorso, sarà proiettato per la prima volta sul grande schermo nell’ambito delle «Giornate degli Autori».

Il quieto vivere

«“Il quieto vivere” – prosegue il regista – nasce da una storia vera, vissuta tra le mura della mia famiglia. In un borgo calabrese dove il rancore è quotidiano e il conflitto è sacro, racconto la guerra domestica tra due cognate, Luisa e Imma. Attraverso un linguaggio che fonde documentario, finzione e teatro, metto in scena un universo chiuso e iper-reale, dove ogni lite è una performance e ogni pranzo un campo di battaglia. Con ironia e crudeltà, esploro l’anticamera del crimine, quel momento sospeso in cui la tragedia del reale può ancora essere evitata, forse, grazie al cinema».

Ogni famiglia è infelice a modo suo, soprattutto quelle che si odiano perché costrette a vivere nella stessa palazzina di uno sperduto borgo calabrese, un piccolo agglomerato di abitazioni situate in cima a un colle che tutti chiamano il Cozzo. E in ogni famiglia infelice, a ben guardare, c’è sempre qualcuno più infelice degli altri, che pensa solo a come sbarazzarsi dei suoi nemici. Qualcuno come Luisa Magno, cinquantenne in guerra col mondo da sempre. Apparentemente ribelle ai valori tradizionali, Luisa si divide tra lavori precari, l’affetto per i figli e la nipotina, e le furibonde liti con la madre, il fratello e la cognata Imma, vera ossessione del suo quotidiano. Mentre le due donne si sfidano tra denunce e insulti, tre zie anziane, coro tragicomico, cercano disperatamente di riportare la pace.