Mensa, la Giunta cambia idea: si continua a mangiare in classe
La comunicazione dopo l’impennata dei casi anche in città.
Da lunedì 10 gennaio, giorno in cui è previsto il rientro in classe, gli studenti della scuola primaria di Crescentino si troveranno una grande novità. Era questo quanto deciso dalla Giunta Ferrero ma poi, a fronte dell'aumento dei casi, la scelta è di proseguire con il pranzo in classe.
Mensa, si continua a mangiare in classe
La Giunta Ferrero, nonostante a fine dicembre avesse scelto di riportare gli studenti della scuola primaria di Crescentino in mensa per il pranzo, ora inverte le rotta.
L'assessore Antonella Dassano spiega:
A causa del nuovo aumento dei contagi, abbiamo scelto di proseguire per tutto il mese di gennaio con il pranzo in classe. Dunque, quanto comunicato alle famiglie nelle scorse settimane, sarà in vigore da febbraio.
A dicembre la Giunta aveva deciso diversamente
Da lunedì 10 gennaio, giorno in cui è previsto il rientro in classe, gli studenti della scuola primaria di Crescentino si troveranno una grande novità. Già perché sino al 23 dicembre, ultimo giorno di lezioni, gli alunni erano abituati a consumare il pranzo in classe. Una novità che era stata introdotta nella scorsa primavera dall’Amministrazione comunale guidata dal sindaco Vittorio Ferrero in accordo con la società di ristorazione Serenissima e della direzione didattica per far fronte al problema dei contagi che in quel periodo a Crescentino erano molto elevati. Una scelta che era stata rinnovata anche a settembre sino appunto a dicembre.
«Già a novembre il sindaco Vittorio Ferrero aveva comunicato alla Commissione mensa la volontà di tornare a far frequentare il refettorio per il pranzo - ha spiegato l’assessore all’istruzione Antonella Dassano - Così la comunicazione era giunta a tutte le famiglie. Naturalmente prima di avvisare i genitori, se n’era discusso con scuola e società di ristorazione e nessuno aveva mosso obiezioni.
Si tratta di una scelta dovuta agli alti costi che il servizio di refezione in classe comporta al Comune: per garantire tale servizio bisogna coprire il costo di tre persone. Una di queste era addetta al trasporto delle vivandiere molto pesanti mentre le altre due servivano il pasto insieme al personale già in forza a Serenissima. Personale che poi si occupava di pulizia e igienizzazione delle classi. Costi importanti per il Comune che oggi non avrebbe più potuto affrontare se non aumentando la tariffa del buono pasto ma non ci sembrava la scelta migliore.
Il ritorno in mensa, su tre turni, è stato valutato confrontandoci anche con le altre Amministrazioni. Molte scuole già da tempo sono tornate a consumare il pasto in mensa».