SANITA'

Missione cataratta, "Bisogna operare a Chivasso"

Non si fanno perché manca un macchinario. Ciuffreda: «Compriamolo»

Missione cataratta, "Bisogna operare a Chivasso"
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«Oggi sono qui come semplice cittadino, figlio di “nonna Grazia”, 91 anni, che ha vissuto in prima persona l’odissea necessaria per far operare sua mamma di cataratta».
A chiedere la parola è Libero Ciuffreda, ex sindaco di Chivasso e già direttore di Oncologia Medica alla Città della Salute di Torino, e lo fa sollevando un tema, quella dell’oculistica nell’ambito dell’ospedale di Chivasso, che definire caldo è poco.

Missione cataratta

«La nostra Odissea - spiega Ciuffreda - non l’abbiamo vissuta all’interno dell’ospedale di Ivrea, dove tutto ha funzionato in modo perfetto, ma il problema è piuttosto legato al raggiungerlo, a far muovere una donna con protesi bilaterale alle ginocchia, con un pacemaker, ipovedente, una donna che ha chiesto, e questa è stata la sua espressione, “Perché non mi possono operare a Chivasso?”.
Partendo da questa sua frase mi è venuta la curiosità di capire perché a Chivasso non si possono fare interventi chirurgici ambulatoriali che permettono al paziente di tornare subito a casa propria.
Ovviamente sono un cittadino di Chivasso, mia mamma abita a 500 metri dall’ospedale, ma immagino le ancor maggiori difficoltà a raggiungere l’ospedale di Ivrea da parte di cittadini che risiedono a Verrua Savoia, Crescentino, San Mauro, e magari non hanno figli o nipoti che li possano accompagnare. Anziani quindi destinati ad essere relegati in casa, schiacciati da problemi che ora si possono risolvere con una attività ambulatoriale. Per un anziano la vista è importantissima: mia mamma, dopo il Covid, ha deciso di farsi operare perché accanita lettrice: «Ho bisogno di leggere - mi ha detto - perché questo mi consente di continuare a vivere nonostante non possa muovermi.
Dopo il grazie all’équipe di Ivrea, che ha operato con grande professionalità ed empatia, non posso dimenticare di essere un cittadino che ha avuto un ruolo nella nostra comunità, e mi è venuto in mente un incontro fatto qui, a Chivasso, con l’ex assessore regionale alla sanità Antonio Saitta in cui venne stabilito che presso l’ospedale di Chivasso si sarebbero attivati altri servizi. Tra questi, l’oculistica.
Venne anche adottata una delibera da parte dell’allora direttore generale, la 902 del 19 ottobre 2015, modificata nel 2019, che istituiva una Struttura Semplice a valenza dipartimentale afferente al Dipartimento di Area Chirurgica.
Si tratta di una Struttura che opera in modo trasversale nell’azienda, e dipende direttamente dal direttore del dipartimento chirurgico. E se si va a vedere quali sono le attività che il responsabile della struttura deve svolgere, salta subito all’occhio in evidenza l’utilizzo delle sale operatore all’interno di tutti i blocchi operatori aziendali, utilizzo che consente, cito testualmente, “Di diminuire le liste d’attesa degli interventi di cataratta effettuando nel presidio ospedaliero di Chivasso anche alcune tipologie di intervento molto complesse come dacriocistorinostomia”. Si tratta di un intervento sui canalicoli lacrimali che pochi sanno fare, e ha reso colui che si occupa di questo un riferimento non solo regionale (ha svolto la sua attività anche al Regina Margherita oltre che alla Città della Salute).
Sono strutture che hanno un gradino di articolazione organizzativa inferiore alla Struttura Complessa ma superiore alla Semplice, e questa nello specifico non dipende dall’oculistica ma dalla chirurgia. Questo prevede anche l’assegnazione di risorse umane e strutturali, necessarie per poter svolgere le attività di competenza. In questo caso, la parte di valutazione pre e post e intervento.
Fatte queste premesse, ancor di più mi chiedo perché a Chivasso non si facciano interventi di cataratta, e la conseguenza è che decine e decine di persone devono recarsi altrove con un aumento delle liste d’attesa e dei costi diretti indiretti e sociali.
Uno dei motivi è la mancanza di un microscopio operatorio per oftalmologia con luce coassiale: sono andato a cercare in rete, e si tratta di un’apparecchiatura che consente di eseguire in tutta sicurezza gli interventi di cataratta e della parte anteriore dell’occhio.
Per acquistarne uno di livello, parliamo di una spesa di meno di 30 mila euro. Non può essere uno strumento a risolvere il problema, ma mancando lo stesso non si può nemmeno immaginare di fare quel tipo di intervento, comunque non certo tra i più complessi che un chirurgo possa affrontare.
Altra questione è legata all’attività ambulatoriale: non c’è un ambulatorio dedicato e quindi spesso succede che gli spazi siano occupati.
Questo cosa significa? L’attività ambulatoriale prevista si deve svolgere (se non all’interno dell’ospedale a Chivasso) in spazi da ricavare in una zona dell’Ospedale di Settimo, da quanto ho capito non utilizzata da circa 4/5 anni. O ancora, presso ambulatori oculistici del territorio in base alla disponibilità degli stessi, ovvero non occupati dagli specialisti convenzionati.
Ebbene, dopo 9 anni non c’è ancora un ambulatorio esclusivo...
Da cittadino, lancio un appello a chi ha la responsabilità del nostro territorio affinché i nostri anziani possano essere sottoposti all’intervento di cataratta presso l’ospedale di Chivasso. Qualora il problema fosse legato ai 30 mila euro necessari per l’acquisto del microscopio, lanceremo una raccolta fondi dedicata affinché l’ospedale possa dotarsene».

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