il caso

Mussolini da cent’anni è cittadino onorario di Chivasso

Quei documenti raccontano una realtà cancellata dal tempo. Il sindaco Castello: «Sarà revocata il prima possibile»

Mussolini da cent’anni è cittadino onorario di Chivasso
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Ci sono cassetti, o addirittura armadi, che da quasi un secolo restano chiusi come a proteggere i peggiori demoni.
Documenti, fotografie, testimonianze importantissime sul nostro passato che nessuno, o quasi, ha mai visto, come se il solo evocare quei giorni fosse in grado di far cadere altre lacrime, di riaprire ferite mai rimarginate del tutto, di far luce sui personaggi coinvolti in fatti che, anni dopo, hanno poi fatto finta di non conoscere.

Mussolini da cent’anni è cittadino onorario di Chivasso

E così, possiamo solo immaginare la sorpresa con cui il sindaco Claudio Castello ha posato gli occhi sulla delibera del Consiglio Comunale datata 23 maggio 1924 (alla vigilia del nono anniversario dell’entrata in guerra) con cui il suo predecessore Edoardo Crosa aveva conferito la cittadinanza onoraria a Benito Mussolini. Un documento assolutamente inedito, di cui nessuno in città aveva ricordo.
Quattro pagine, scritte in un corsivo dalla grafia quasi commovente, su cui dopo gli aulici omaggi al Sovrano Vittorio Emanuele III di Savoia si può leggere la decisione unanime di «Inviare a Sua Eccellenza il Presidente del Consiglio il seguente telegramma: “Sua Eccellenza Benito Mussolini Roma. Consiglio Comunale Chivasso appositamente adunato vigilia solennità nazionale plaude a lei capo del Governo, assiomatore puro spirito italico, riesumatore fortune patria nostra, unanime acclama cittadino onorario di questa città”».
C’è poco da fare: il Duce, Benito Mussolini, è cittadino onorario di Chivasso.
Una scoperta choc, a cui la Giunta Castello ha reagito con un documento di revoca che sarà discusso nel corso del primo Consiglio Comunale utile.

Il documento

Partendo dal documento del maggio 1924, Castello fa notare come «La figura di Benito Mussolini sia diventata successivamente oggetto di un generale e condiviso giudizio negativo in quanto egli attuò provvedimenti, leggi ed azioni soppressive delle libertà civili, politiche e sociali ed agevolò, dopo la promulgazione delle leggi razziali, l'immediata deportazione degli ebrei presenti in Italia. La Città di Chivasso, come molti altri luoghi italiani, durante la Seconda Guerra Mondiale ha pagato un alto prezzo in termine di vite umane e sofferenza a causa delle violenze nazifasciste e nella lotta per la riconquista della democrazia. a figura storica di Benito Mussolini, capo del regime fascista e responsabile politico della soppressione delle libertà civili e politiche, sia apertamente e chiaramente in conflitto con i principi che oggi ispirano e guidano la comunità cittadina e la Costituzione italiana e che la cittadinanza onoraria, a suo tempo conferita, risulti, pertanto, incompatibile con i valori di cui il Comune di Chivasso e la sua comunità sono oggi portatori».
Di conseguenza, «La città di Chivasso, come più volte affermato dall’attuale Amministrazione comunale, non può continuare ad avere, tra i suoi cittadini, per lo più onorari, una figura dai trascorsi violenti ed antidemocratici dopo aver dato i natali, di contro, a cittadini che si sono immolati per la nascita della Repubblica, in una lunga e cruenta lotta di Liberazione». Su questa linea, Castello ricorda poi come «A dimostrazione della volontà della Città di Chivasso di perseguire principi di pace, uguaglianza, democrazia e libertà, nella seduta del 30 novembre 2020 veniva conferita la cittadinanza onoraria alla Senatrice Liliana Segre che, con tenacia, signorilità e garbo, ha continuato a testimoniare l’orrore vissuto».

La revoca

Da qui, la revoca della cittadinanza, «Essendo questa inconciliabile ed insostenibile con i valori democratici della Città di Chivasso ed in evidente contrasto con i principi sanciti nella Costituzione della Repubblica Italiana e per effetto disporne la cancellazione dall’Albo dei cittadini onorari di Chivasso».

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