Castelrosso

Niente mensa per due classi della primaria: genitori in rivolta

La comunicazione alle famiglie è arrivata oggi con decorrenza lunedì 23 settembre. Fino a ieri erano tutti certi dell'avvio senza intoppi.

Niente mensa per due classi della primaria: genitori in rivolta
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Arrivata poco fa la comunicazione ufficiale della scuola, l'Istituto Comprensivo Cosola di Chivasso, che annuncia l'annullamento del servizio mensa per due classi della primaria "Savia" di Castelrosso, la terza e la quarta.

Niente mensa per due classi della primaria: genitori in rivolta

Un provvedimento arrivato come un fulmine a ciel sereno, anche perché fino a ieri le famiglie erano convinte dell'avvio del servizio, da lunedì 23 settembre, per cui pagano un "contributo" di 138 euro l'anno (in passato erano 90) per l'assistenza. Complessivamente il grave disservizio riguarda una trentina di famiglie (tra terza e quarta sono pochissimi quelli che non usufruiscono della mensa, si parla di quattro o cinque studenti).

Già in passato si erano verificati disservizi legati alla mensa, ma tutto si era poi risolto.

La circolare della scuola

Ecco il testo della circolare, a firma del dirigente reggente Fulvio Genero:

"A seguito di un colloquio intercorso tra Dirigente Scolastico e Funzionari dell’Ufficio Istruzione del Comune di Chivasso, nell’impossibilità di garantire un’organizzazione adeguata alla sorveglianza, le classi terze e quarte della scuola primaria del plesso “Savia” di Castelrosso non usufruiranno del servizio mensa a partire dall’A.S. 2024/2025".

Genitori in rivolta

Dopo aver ricevuto la circolare, alcuni genitori hanno subito inviato una dura mail a Comune e Istituto Comprensivo, anche perché nell'orario definitivo delle lezioni, pubblicato nella giornata di ieri, 19 settembre, non vi è alcun riferimento a questo cambio di programma.

"Buongiorno,

scrivo la presente a seguito della comunicazione recapitata in mattinata su Didup e relativa al servizio mensa del plesso Savia di Castelrosso.

La comunicazione allegata, oltre ad essere fortemente discriminatoria, rappresenta per tempi e per contenuto una vera e propria mancanza di rispetto nei confronti delle famiglie delle classi interessate.

E’ facilmente immaginabile quanto tale comunicazione, che se ben compreso non si riferisce ad periodo limitato, vada ad impattare sull’organizzazione delle famiglie.

Un cambiamento organizzativo di tale portata, di rottura totale rispetto a quanto ottenuto con fatica, richiede quanto meno un confronto preliminare finalizzato a percorrere tutte le soluzioni alternative possibili e, comunque, una congrua anticipazione.

Preme evidenziare come la copertura oraria unitamente al servizio mensa, pur con le note differenze rispetto al cosiddetto “tempo pieno”, siano stati alla base della scelta da parte di numerose famiglie di avvalersi del plesso.

Si richiede al Dirigente Scolastico e all’Ufficio Istruzione del Comune di Chivasso di avviare rapidamente un confronto finalizzato a individuare soluzioni che consentano di dare continuità al modello organizzativo sinora adottato.

Ringrazio per l’attenzione e resto in attesa di un doveroso riscontro".

Il caso in Consiglio

Matteo Doria

Matteo Doria, consigliere comunale di Amo Chivasso, è stato subito interessato dai genitori coinvolti nel provvedimento: "E' inammissibile lasciare nel caos bambini e famiglie da un giorno all'altro. La scuola di Castelrosso continua ad essere sempre considerata di serie B, e ad ogni inizio anno si aggiungono nuove difficoltà che paiono inserirsi in un disegno più ampio, sperando che non sia così. L'amministrazione ha il dovere di risolvere il problema di quelle famiglie attivandosi, nel caso, anche con fondi propri come è stato fatto in altri Comuni del Canavese".

Clara Marta, di Forza Italia, tuona: "Sono anni che a Castelrosso c'è questo problema, non riescono a risolverlo? Ci sono classi che hanno il tempo pieno "di diritto" e altre due, la terza e la quarta, "di fatto": il Comune vuole fare qualcosa per mantenerlo? Oltre a non incassare il dovuto, Palazzo Santa Chiara ora vuole smettere di erogare il servizio?".

Il sindaco: "Non ci sono altre soluzioni"

Così il sindaco Claudio Castello: "Con la mancanza di insegnanti avevamo provato ad offrire i nostri cantieristi, con il supporto di un'insegnante, ma il dirigente scolastico non vuole "persone terze" all'interno della scuola, e non le autorizza ad entrare nei locali scolastici. Lui fa il suo dovere. Altre alternative non ce ne sono se non quella di mettere il servizio in mano alle cooperative con un costo di 300/400 euro all'anno, più i buoni pasto. Altra alternativa sarebbe quella di ripristinare l'orario 8.30 - 14, come fanno in altri Comuni, con due merende alle 10 e alle 12. Altre soluzioni non ce ne sono".

 

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