VEROLENGO

«No alla scuola pubblica, facciamo da noi»: un nuovo progetto sbarca in paese

E’ questa l’idea nata da Cinzia Falcomer che ha presentato durante l'incontro pubblico di martedì scorso. 

«No alla scuola pubblica, facciamo da noi»: un nuovo progetto sbarca in paese
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Un Progetto di istruzione parentale all’ex scuola di Busignetto di Verolengo. E’ questa l’idea nata da Cinzia Falcomer che ha presentato durante l'incontro pubblico di martedì scorso.

«No alla scuola pubblica, facciamo da noi»

Un Progetto di istruzione parentale all’ex scuola di Busignetto di Verolengo. E’ questa l’idea nata da Cinzia Falcomer che ha presentato durante l'incontro pubblico di martedì scorso.
Un’idea nata poco più di due mesi fa che ha coinvolto anche l’Amministrazione comunale del sindaco Luigi Borasio che ha dato il suo appoggio mettendo loro a disposizione due locali di questo edificio.

Il progetto

Ma come mai nasce questo progetto di «scuola» parentale?

«Il Progetto di istruzione parentale nasce perché molte famiglie non condividono l’istruzione pubblica. - anticipa Falcomer - Mi spiego meglio: i docenti sono costretti a dire determinate cose agli studenti perché gli viene imposto dallo Stato. Ecco, è proprio questo che non condividiamo. Un esempio può esser l’educazione sessuale imposta sin da piccoli, quello che questi professori insegnano. E anche la teoria Darwiniana. Noi siamo per un’istruzione più libera in modo che questi ragazzi possano scegliere cosa sapere e credere. I giovani, sin da piccoli, devono esser formati in maniera più cosciente.
Questo deve esser visto, perché così è, un progetto di collaborazione tra ragazzi, un posto dove loro possono aumentare le proprie conoscenze attraverso uno scambio. Non saranno, infatti, le tradizionali lezioni, non si seguirà il programma della scuola pubblica. Opteremo per uno studio di gruppo nei quali i partecipanti saranno sostenuti da persone valide, professionisti con competenze specifiche. Se parliamo delle lingue, non si siederanno al banco imparando i verbi o altro come nella scuola tradizionale, ma si apprenderanno le conoscenze attraverso laboratori, usando ad esempio le canzoni o altro. E’ nel progetto la realizzazione di un orto. Tante sono le idee che verranno messe in calendario a seconda del numero di iscritti che avremo».

Come funziona nello specifico il progetto?

«Il tutto viene organizzato dall’associazione Margherita che porta il nome di mia nonna che ha 95 anni – spiega Falcomer – I professionisti che seguiranno i ragazzi saranno dei volontari, alcuni della zona e altri no. Le attività si svolgeranno in orario mattutino e abbiamo a disposizione due ampi locali dove potremmo ospitare 20 alunni ma preferiamo scendere a 15 anche per avere spazi più ampi, per evitare le classi pollaio. L’inizio potrebbe esser metà settembre e poi a giugno i ragazzi dovranno sostenere l’esame per il passaggio, in una qualsiasi scuola pubblica.
Per quanto riguarda i costi sarà una vera e propria condivisione delle spese, dall’affitto alle utenze, senza dimenticare il materiale che sarà in comune.
Per quanto riguarda invece le restrizioni del Covid sarà effettuata la rilevazione della temperatura ogni mattina e sarà presente il gel sanificante. Al momento la normativa prevede che, ove ci siano le giuste distanze, in forma statica (fermi a un banco) non sia obbligatorio utilizzare la mascherina. Se dovessero cambiare, ci adegueremo. Inoltre, qualora i genitori richiedessero l’uso costante del Dpi provvederemo. Non saremo noi a dire di togliere le mascherine.
Per quanto riguarda il Green Pass, invece, essendo noi un’associazione di collaborazione tra famiglie dunque non essendo una scuola e non ci avvaliamo di docenti, noi non abbiamo l’obbligo di richiederlo».

Il parere del Comune

Molto favorevole al progetto l’Amministrazione comunale come spiega l’assessore Daniela Caminotto: «Questo gruppo di genitori ha deciso di optare per questa tipologia di percorso visto anche il periodo di instabilità generale, inoltre è un progetto previsto dal Miur. Si tratta di un gruppo di studio progettato e strutturato.
Al Comune l'associazione ha chiesto se avevamo dei locali a disposizione. Come Giunta abbiamo pensato all'ex scuola di Busignetto, immobile che già ospitava la Busignettese che ci ha affermato che non avrebbe avuto nessun problema alla convivenza. Dunque abbiamo deciso di assegnare loro quei locali per i quali sigleremo una convenzione. Il Comune lo concederà ad un affitto irrisorio, naturalmente l'associazione dovrà coprire le spese vive come il riscaldamento.
Noi crediamo in questo progetto e non metteremo mai i bastoni tra le ruote. E' serio e ben organizzato. Ricordiamo che loro sono vincolati alla situazione pandemica, dunque alle restrizioni che verranno imposte alle associazioni».

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