«Non è un accampamento abusivo, siamo in contatto con le famiglie»
Due nuclei di etnia sinti si sono insediati su un terreno agricolo che vorrebbero acquistare

Negli ultimi giorni, l’arrivo di alcune famiglie di etnia sinti ha generato allarmismo tra alcuni residenti, preoccupati che l’accampamento possa ulteriormente espandersi sul territorio di Mazzè.
Camper in un campo
Ad interessarsi della vicenda, per primo, è stato il Comitato Cittadini in Movimento. «Numerosi cittadini - scrive il direttivo - ci hanno segnalato camper, roulotte e veicoli simili che si concentrano nell’area della frazione Casale vicina alla strada provinciale che conduce a Rondissone. Non ne conosciamo le ragioni e le finalità. Il nostro Comitato si è riunito per sensibilizzare la comunità su questo tema. Il nostro obiettivo non è generare allarmismo ma sensibilizzare la comunità a capire semplicemente tale questione». La autorità locali hanno già avviato un dialogo con le famiglie, ribadendo la necessità di evitare inutili allarmismi, ma, piuttosto, di interagire ed essere aperti all’ascolto reciproco.
«Non è un accampamento abusivo»
A spiegare la situazione è il sindaco Marco Formia. «Sono due famiglie di etnia sinti, una decina di persone tra bambini e adulti - spiega Formia - Non si tratta assolutamente di un accampamento abusivo. Queste famiglie si sono stabilite su un terreno privato che appartiene ad un proprietario del posto con il quale hanno avviato una trattativa di acquisto, ma l’atto non è ancora stato fatto. Abbiamo dunque parlato con queste famiglie in modo pacifico e abbiamo loro spiegato che ci sono dei vincoli urbanistici relativi a tale terreno. Il terreno è a destinazione agricola, quindi non è possibile stabilirvi in modo regolare per scopi abitativi. Queste famiglie non lo sapevano e hanno manifestato la volontà di continuare insieme a noi un confronto costruttivo, le trattative sono ancora in corso».
Il Comune ha evidenziato un’altra importante questione. «Non si tratta - dice Formia - di una zona vivibile che possa garantire condizioni di vita dignitose a queste famiglie perché si trova in un territorio produttivo con parecchie criticità ambientali. A poche centinaia di metri, si trova un depuratore che emette esalazioni, inoltre c’è una zona adibita allo sfalcio del verde con frequenti passaggi di veicoli e un’area di trattamento macerie che solleva regolarmente polvere. Non è dunque raccomandabile per la salute. Inoltre, Il Comune da tempo ha intenzione di ampliare l’area sfalci, estendendola proprio sul terreno in questione che vorremmo acquistare dal privato per tale scopo. Una scelta che conferma che l’insediamento residenziale non è adatto in tale area, già interessata da odori, polveri e traffico veicolare legati alle attività di trattamento».